venerdì, Maggio 3, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: Una Storia recente

 

Quando i nostri amministratori pubblici nazionali, sia
pure democraticamente eletti, capirono le difficoltà e gli oneri della
politica, ebbero l’intuizione di inventare il “Decreto Mille Proroghe”.

E’ stato questo lo strumento, nato come misura
provvisoria ed eccezionale nell’anno 2005 e proseguita fino al 2013 – proprio perché voglio parlare di
una Storia recente – con il quale, quando si decideva di “non decidere”, il
problema restava li, immobile, l’unica cosa nuova consisteva nel fatto che
veniva “prorogato di anno in anno”, rimandando a data da destinarsi la sua
soluzione.

Era un modo questo, per tirare a campare, di scuola
democristiana, laddove il suo capostipite può certamente individuarsi nel
defunto ed ex onorevole Giulio Andreotti che era solito ripetere: “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia”.

In pratica, per non assumersi la responsabilità di una
decisione che, come sempre accade, non può per definizione accontentare tutti, ci
si riuniva intorno ad un tavolo e si concordava per l’appunto di non decidere,
rinviando sine die qualunque provvedimento. Era anche questo un modo per non
farsi dei nemici, accollarsi delle critiche e rischiando la poltrona in tema di
consenso elettorale.

Oggi, con l’era Renzi, molti nostalgici, rimpiangono il “Mille
proroghe” di andreottiana memoria e criticano duramente, con un impegno
inusuale il “Mille giorni” appena varato,
con un’agenda di governo molto fitta che va dal 1° settembre u.s. al 28 maggio
20147.

E’ un Governo che vuole assumersi delle responsabilità,
che fissa un programma delle cose urgenti da fare con annesso calendario, quale
appunto può essere la costituzione di un sito web ad hoc, capace di informare e
di far conoscere in tempo reale a tutti i cittadini <passodopopasso> il
lavoro svolto.

Il consenso dell’opinione pubblica a questa nuova forma
di comunicazione è scontato, anzi pare in deciso aumento. I temi toccati dai “Mille
giorni” sono molteplici, spaziando dalla pubblica amministrazione al lavoro,
dalla scuola alla sanità, dalla giustizia alla riforma del fisco accompagnato
dal taglio della spesa pubblica.

In contemporanea, un occhio alle riforme costituzionali
già avviate da quella elettorale, al Senato e al titolo V della Carta
costituzionale.

A questo popò di cose da fare c’è chi pensa che sia
opportuno tornare indietro, nel senso di “fare Ammuina”[1],
essendo anche questo un modo per farsi notare, per dire che ci siamo e anche
noi contiamo qualcosa nella politica italiana.

Penso a quelli che vogliono rimuovere “il pareggio di
bilancio” introdotto nella nostra Costituzione soltanto nel 2012[2]:
un passo avanti e due indietro, è una musica che gli italiani conoscono bene,
avendo il più alto debito pubblico su scala planetaria.

Ecco, volendo essere sintetico, mi fermo qua dicendo che
preferisco i Mille giorni alle Mille proroghe e, scusate se è poco, almeno per
il momento!



[2] Nell\’aprile del 2012 il parlamento
italiano ha definitivamente introdotto, come principio costituzionale
nell\’ordinamento giuridico italiano, il pareggio di bilancio (modificando gli
artt. 81-117-119.97 della Costituzione italiana) con la legge costituzionale 20 aprile 2012 n. 1.La
norma è stata approvata sia dalla Camera dei Deputati e sia dal Senato della Repubblica a maggioranza dei
due terzi nella seconda votazione precludendo così la possibilità di un referendum
costituzionale
dei cittadini. La riforma è stata approvata interamente da PD, PDL, Terzo Poloe Lega Nord. [3]

 

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