Lo scandalo di cui tutti i media parlano in questi giorni, riguarda la presunta tangente pagata dal colosso petrolifero nazionale (ENI) a favore di politici nigeriani per l\’aggiudicazione di una commessa.
La vicenda, secondo le notizie diffuse, sembra vedere il coinvolgimento dei vertici dell\’Ente Nazionale Idrocarburi, compreso l\’attuale amministratore Claudio Descalzi, di fresca nomina della politica renziana.
Il nostro Premier, alla notizia delle gravi accuse formulati con la notifica degli Avvisi di garanzia, ha detto: “”Sono felice di aver scelto Claudio Descalzi Ceo di Eni. Potessi lo rifarei domattina. Aggiungendo in coda: Io rispetto le indagini e aspetto le sentenze””.
Ecco, fare politica può comportare anche errori di valutazione, l\’importante è decidere, fare delle scelte nella convinzione di fare il bene del Paese e della comunità che si governa.
La politica decide, fa delle scelte. La magistratura fa delle verifiche e accerta delle responsabilità, ognuna nel proprio ambito e nella propria autonomia.
Non si può e non si deve, a mio avviso, essere terrorizzati dal prendere una decisione se si è convinti delle ragioni positive alle quali ci si ispira e bene fa il Presidente del Consiglio in carica a rivendicare tale scelta.
Inorridisco quando sento amministratori, già destinatari di un precedente avviso di garanzia per un presunto danno erariale – tutto da dimostrare – che rinunciano ad assumere una decisione in grado di ridurre il peso fiscale della tassazione dei cittadini, nel timore di essere nuovamente chiamati a dimostrare la propria innocenza.
Amministrare la cosa pubblica equivale a decidere, a fare delle scelte che, per quanto opinabili, meritano il massimo rispetto, salvo dimostrare un malaffare sottostante.
Distrarre risorse economiche dalle finalità istituzionali e procurare un presunto danno erariale è una cosa, ridurre le entrate tributarie per effetto di un calo della pressione fiscale appare qualcosa decisamente diversa se fatta nell\’interesse dei cittadini.
Ma così è, se vi pare.
