Rappresento
un’associazione di promozione sociale per la tutela della laicità e dei diritti
civili. A seguito delle sentenze 14225/2015 e 14226/2015 della Corte di
cassazione (V sezione civile), che hanno riconosciuto come legittima la
richiesta, del Comune di Livorno, di riscossione dell’Ici/Imu/Tasi a carico
delle scuole paritarie cattoliche, ho inoltrato al mio Comune di residenza, e a
quelli limitrofi, una richiesta per la verifica delle situazioni tributarie
locali nei confronti degli istituti coinvolti, chiedendo di ricevere un
riscontro scritto. Ho inviato il tutto via Pec (posta elettronica certificata)
agli indirizzi degli uffici di protocollo, non ricevendo alcuna conferma di
avvenuta protocollazione e di conseguenza ai sindaci ai quali avevo indirizzato
la mia lettera. Sono passati 60 giorni e non ho ancora ricevuto alcuna
risposta: è possibile fare una richiesta di accesso agli atti come associazione
di promozione sociale, oppure è opportuno procedere diversamente?
T. I.– MILANO
R I S P O S T A
L’articolo 26
della legge 383 del 2000 riconosce ad associazioni come quella del lettore il
diritto di accesso ai documenti amministrativi, disciplinato in via generale
dalla legge 241 del 1990.
Se
l’istanza è già stata formulata, il termine per la risposta è di 30 giorni,
passati i quali – in caso di diniego od omessa risposta – decorrono ulteriori
30 giorni per il ricorso (al Tar o al difensore civico, se costituito, o alla
commissione per l’accesso presso la presidenza del Consiglio).
L’istanza
non può essere reiterata nella stessa identica forma e, quindi, si suggerisce
di articolare una serie di istanze più precise e puntuali, riferite a singoli
istituti scolastici o a specifici periodi, anche in modo di non incorrere in un
diniego che la giurisprudenza considera legittimo quando l’accesso è
eccessivamente generalizzato e comporta per l’amministrazione un’attività
particolarmente intensa per il reperimento delle informazioni.
DAL”IL SOLE 24 ORE” DEL 7DICEMBRE 2015
