Sono
nato nel 1979. Lavoro a tempo indeterminato presso un’agenzia fiscale dal
maggio 2006. Chiedo se possa essere
utile, per andare in pensione anticipatamente, riscattare 4 anni di laurea e
due anni del corso di specializzazione. Cosa cambia se non riscatto?
F. G.– AOSTA
R I S P O S T A
Sulla
base dei dati forniti, il lettore raggiungere il diritto alla pensione di
vecchiaia nel 2018/2049, quando si stima che saranno richiesti 69 anni e 7/9
mesi di età. In assenza di tale riscatto, a tale data il lettore avrà
accumulato soltanto 43 anni di contributi, requisito che risulta insufficiente
a conseguire il trattamento pensionistico anticipato. Tuttavia, qualora dovesse
risultare contributivo puro (privo di qualsiasi anzianità contributiva al 31
dicembre 1995) potrebbe accedere alla pensione anticipata contributiva – nel
2045/2046 – con una età anagrafica inferiore a 66 anni e 5 mesi, a condizione
che il primo importo di pensione non risulti inferiore a 2,8 volte l’assegno
sociale (articolo 24, comma 1, decreto legge 201/2011). Con riscatto della
laurea e del diploma di specializzazione (complessivamente 6 anni),
l’interessato riuscirebbe a raggiungere il diritto alla pensione anticipata nel
2045/2046 quando si stima che saranno richiesti 45 anni e 8 mesi. In questo
caso, non deve essere soddisfatto alcun importo soglia minimo. I requisiti
sopra citati dovranno essere adeguati
agli effettivi aumenti legati alla speranza di vita che decorreranno con
cadenza biennale dal 2019. si ricorda che nei sistemi contributivi puri, la
domanda di riscatto ha effetto – al fine di incrementare il montante
contributivo – dalla data stessa della domanda. E’ evidente che più tardi sarà
presentata (e accettato il relativo onere) tanto minori saranno le
rivalutazioni che detta somma subirà.
DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL23 MAGGIO 2016