venerdì, Maggio 3, 2024
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PRIVACY: Scattano le ispezioni del Garante

L’attività sarà svolta insieme al Nucleo speciale della Guardia di Finanza

Privacy, la guerra non si fa in riservatezza, ma si annuncia pubblicamente. Il Garante mette in guardia: «È stato varato il piano ispettivo per il secondo semestre 2016. Prevede nuovi ambiti di intervento. L’attività ispettiva verrà svolta anche in collaborazione con il Nucleo speciale privacy della Guardia di finanza».

Sotto osservazione attività come telemarketing e giochi on line. Ma salta subito all’occhio che saranno monitorate anche attività apparentemente al di sopra di ogni sospetto come i «trattamenti dati effettuati dai patronati relativamente al 730
precompilato e alcuni sistemi informativi dell’Istat». E non basta.
Massima attenzione anche verso l’attività dei call-center e delle
società che si occupano di accertamento del recupero del credito.

Questa, quindi, la strategia per il futuro. Intanto il Garante fa
sapere che «per quanto riguarda il primo semestre 2016 è stato
registrato un significativo incremento dell’attività sanzionatoria.

I numeri. Le somme già riscosse dall’erario sono
state pari a circa 1 milione e 900mila euro (con un aumento del 5%
rispetto al primo semestre 2015). Oltre 2mila le sanzioni contestate
(con un aumento del 44% rispetto al primo semestre dello scorso anno).
Le segnalazioni all’autorità giudiziaria sono state 37 (+ 85% rispetto
al primo semestre 2015) e hanno riguardato soprattutto casi di mancata
adozione delle misure minime di sicurezza, le violazioni connesse al
controllo a distanza dei lavoratori, l’inosservanza dei provvedimenti
del Garante.

I soggetti controllati. Gli accertamenti, svolti anche con il contributo delle Unità speciali della Guardia di finanza, Nucleo speciale privacy,
hanno riguardato diversi settori. Ecco i soggetti delle indagini: «Le
grandi banche dati pubbliche (Agenzia delle entrate, Inps); il
trasferimento dei dati in Paesi extra Ue da parte delle multinazionali;
le società di car sharing (in particolare sui dati di geolocalizzazione
dei clienti); i Caf; il marketing telefonico; la profilazione effettuata
dalle società di ricerca del personale; gli investigatori privati; le
concessionarie di autovetture (sull’uso dei dati delle persone
disabili)».

«Nel settore pubblico – continua il Garante – le criticità maggiori riscontrate sono quelle legate alla diffusione illecita di dati, soprattutto da parte delle amministrazioni comunali,
mentre nel settore privato le violazioni più frequenti riguardano
l’omessa o inidonea informativa ai clienti sull’uso dei dati, la mancata
raccolta del consenso, l’inadeguatezza o la mancanza di misure minime
di sicurezza, l’omessa notificazione al Garante».

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