Il
nostro complesso residenziale è composto da tre condomìni e un supercondominio.
Nel corso dell’assemblea ordinaria di chiusura esercizio, una volta accertata
la sua validità, si procede a deliberare sui vari argomenti all’ordine del
giorno.
Il
presidente non chiede di votare a ciascun condomino, ma chiede una votazione
unica, e questo sempre su ogni argomento. Se, per esempio, tutti sono
d’accordo, la delibera diventa “all’unanimità”. Però, consultando il risultato
delle votazioni, condominio per condominio, si rileva che non tutti e tre
raggiungono il quorum. Risulta evidente che i voti di un certo condominio
suppliscono a quelli insufficienti di altri. L’amministratore afferma che la
delibera unica per i tre condomìni è quella valida. E’ regolare questa
procedura, oppure è più corretto che le votazioni debbano avvenire condominio
per condominio?
U. M.– MILANO
R I S P O S T A
Se
un unico soggetto è incaricato di svolgere l’attività di amministratore di tre
distinti condomìni, ciascuno dotato di proprio regolamento e tabelle
millesimali, e anche del supercondominio cui danno luogo le unità immobiliari
comprese nei tre distinti condomìni, i quorum e le maggioranze assembleari per
le parti comuni di ciascun edificio condominiale dovranno computarsi con
esclusivo riferimento al condominio interessato. Il presidente dell’assemblea –
o, meglio, delle assemblee – dovrà redigere distinti verbali, avendo cura di
computare correttamente il numero dei presenti e i millesimi da essi
rappresentati.
DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL
16 GENNAIO 2017