“”Bisogna insegnare agli uomini avendo l’aria di non insegnare affatto,
proponendo cose che loro non sanno come se le avessero soltanto dimenticate””.
In questi giorni giunge a conclusione l’anno scolastico.
Ho trascorso una parte importante della mia vita insegnando e sono per primo
consapevole degli errori di metodo che ho commesso, per cui sono sempre restio
a condannare un docente, anche se le ragioni possono essere talora valide. In
realtà, non si dovrebbe insegnare solo quello che si sa (o si crede di sapere)
ma anche ciò che si é. Detto questo, tra i tanti consigli per genitori e
maestri che si sono coniati nella storia, ho scelto questo appello che mi è
apparso piuttosto originale. Leggo che è stato formulato dal poeta inglese
Alexander POPE, vissuto fra il ‘600 e il ‘700, un caso particolare di studioso
a cui fu’ vietata la frequentazione scolastica alta per cause confessionali,
essendo di famiglia cattolica in un paese anglicano. La sua proposta è suggestiva
ed è un risvolto di quella che gli antichi Greci chiamavano la
<<maieutica>>, cioè l’estrarre dalla mente del discepolo i germi di
verità deposti in essa per farli crescere e fiorire. Anche perché è vero quello
che Seneca scriveva all’amico Lucillo: docendo
discitur, insegnando s’impara.
DAL SOLE 24 ORE
DELL’11 GIUGNO 2017