Le
scritture contabili e gli estratti di conto corrente bancario dei correntisti,
utenti finali, vanno conservati per cinque anni, oppure per dieci anni come
evidenziato nella sentenza 1587/2017 della Corte di cassazione?
L. I.“ ROMA
R I S P O S T A
Il
caso che ha portato le parti davanti alla Suprema Corte traeva dall’opposizione
a un’ingiunzione di pagamento inviata dalla banca e da una successiva citazione
degli eredi dell’ingiunto contro la medesima banca, perché questa venisse
dichiarata inadempiente all’obbligo di consegnare la documentazione relativa ai
rapporti e alle operazioni intrattenute dall’istituto con il loro dante causa.
Si
chiedeva, quindi, l’accertamento dell’inadempimento dell’istituto bancario
all’obbligo di rendiconto. La banca sosteneva di avere regolarmente inviato gli
estratti conto, senza che il correntista li avesse impugnati nei termini di
legge.
l’istituto
di credito non dava però prova di avere adempiuto all’obbligo di invio degli
estratti conto. Con la recente sentenza richiamata dal lettore, la Cassazione
ha dunque avuto modo di precisare che nei rapporti bancari il conto corrente,
una volta che sia stata esclusa la validità , per mancanza dei requisiti di
legge, della pattuizione di interessi anatocistici a carico del correntista, la
banca ha l’onere di produrre gli estratti a partire dall’apertura del conto. La
banca non può sottrarsi all’assolvimento di tale onere invocando
l’insussistenza dell’obbligo di conservare le scritture contabili oltre dieci
anni, perché non si può confondere l’onere di conservazione della
documentazione contabile con quello di prova del proprio credito.
In
conclusione, la banca sarà tenuta a conservare gli estratti conto per almeno dieci
anni che avranno decorrenza dalla chiusura del rapporto con essa intrattenuta
dal correntista.
DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL 26GIUGNO 2017
