Uif: Prevenzione di fenomeni di criminalità finanziaria connessi con l’emergenza da Covid -19
Uno dei passaggi testuali introduttivi del documento Uif, sulla necessità di prevenire fenomeni di criminalità connessi all’emergenza pandemica in atto, dice:” … gli interventi pubblici a sostegno della liquidità possono determinare tentativi di sviamento e appropriazione.”
Il riferimento, quando parla di sviamento o appropriazione, è naturalmente rivolto al malaffare e alla criminalità organizzata in genere.
Come ho già detto in passati interventi, il rischio non sussiste in quanto parliamo di di prestiti e non di aiuti pubblici a fondo perduto, in conto capitale.
Con il documento in parola diramato dall’Unità d’Informazione Finanziaria della Banca d’Italia sono stati sottolineati ulteriori spunti di riflessione, come:
- Imprenditori per l’occasione che senza alcuna esperienza nel settore, si improvvisano a commercializzare con intento fraudolento, attrezzature sanitarie per la protezione individuale da Covid19 (mascherine, guanti, camici etc.);
- False onlus per la raccolta fondi, per fittizie associazioni non profit;
- Infiltrazioni della criminalità organizzata attraverso l’acquisizione di quote societarie, utilizzando risorse di provenienza illecita, con il conseguente mutamento della proprietà e dello stesso titolare effettivo. Questo rischio appare direttamente proporzionale ai tempi istruttori utilizzati dal sistema creditizio per erogare la liquidità necessaria;
- Si dice testuale inoltre: “In particolare, nella prima fase potrebbero emergere sospetti di condotte fraudolente tese a ottenere il finanziamento con garanzia pubblica in mancanza o in violazione dei presupposti stabiliti dalla normativa, mediante l’alterazione o la falsificazione della documentazione necessaria ovvero in violazione delle norme che ne disciplinano l’erogazione; in tale ambito possono venire in rilievo ipotesi di mendacio bancario e reati di falso nonché fenomeni di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di indebite percezioni a danno dello Stato”.
A mio avviso, come ho già detto, questo è un falso problema perché trattasi di prestiti e non contributi a fondo perduto.