LA POLITICA IN VETRINA: Mes e dintorni!
Da più parti vengono espresse perplessità e riserve all’applicazione del “Meccanismo europeo di stabilità (Mes)”, trattato europeo nato nel marzo del 2011 con l’intento si aiutare i Paesi in difficoltà.
Tutte le riserve, nascono dall’esperienza particolarmente negativa della Grecia che vi ha fatto ricorso in occasione della crisi passata (subprime), costretta a subire numerose condizioni molto onerose per il popolo greco, a cominciare da un drastico taglio alla spesa pubblica (taglio orizzontale degli stipendi e pensioni del 30/50% nell’arco di 24 ore).
In proposito, nessuno dice e ricorda che la Grecia, socio fondatore UE, per decenni ha presentato bilanci falsi, disattendendo regole e condizioni che pure aveva firmato in sede comunitaria. Per queste ragioni, con una credibilità completamente smarrita, sono state applicate condizioni molto ferree per la concessione degli aiuti.
Quanto detto, è confermato dal fatto che analoghi aiuti sono stati concessi alla Spagna, all’Irlanda o al’Portogallo che hanno superato analoga crisi, senza per questo suscitare lo stesso scandalo.
Euro bond
Oggi, cioè da qualche mese e con alterne fortune si torna a parlare di MES e della possibilità che il nostro Paese, al pari di altri Stati del sud Europa, chiedano aiuti per superare l’attuale contingenza di crisi determinata dalla epidemia corona virus.
NO al Mes!
Non vogliamo fare la fine della Grecia!
L’Europa non deve comandare, siamo uno Stato libero.
Questi sono solo alcuni degli slogan che si ascoltano.
Non lo vogliamo, si sente dire, addirittura anche senza condizioni se non l’obbligo di una destinazione vincolata all’emergenza sanitaria.
Ora mi chiedo: perché il nostro Paese, o meglio alcune forze politiche come i cc.dd. “sovranisti” vogliono gli Euro bond?
Perché si pensa che se le obbligazioni, invece di emetterle il singolo Stato – peraltro indebitato fino all’osso come il nostro – il costo dell’operazione è superiore, perché aumenta il rischio solvibilità.
In pratica, con gli Euro bond, vogliamo che la faccia sui mercati la metta l’Europa intera, onde abbattere tale costo a beneficio dei singoli Stati debitori che faranno ricorso a questo fondo.
Conclusioni
Io penso che una soluzione di compromesso si possa raggiungere nell’interesse dell’Europa unita e degli Stati che in questo bisogno hanno bisogno di aiuti economici per superare questa grave contingenza.
Aspettiamo l’incontro di giovedì prossimo in sede di Consiglio Europeo: io resto fiducioso!