Covid-19: Contagi sul lavoro, nuovi incubi dell’imprenditore!
Non passa giorno che ….
Non passa giorno che non si parli di come far ripartire il sistema Paese, di aiutare l’impresa a trovare liquidità, forza e fantasia e riprendere l’attività economica.
Non passa giorno che non leggo o ascolto la stampa – urlata e scritta – che bisogna semplificare, riducendo adempimenti inutili, ripetitivi e che, senza creare alcun valore aggiunto alla crescita del sistema Paese, fanno solo aumentare il rischio della corruzione nella pubblica amministrazione.
Non passa giorno che non sento parlare di aiuti pubblici, come miliardi di euro in libera uscita – – nazionali ed europei – che ancora di più mi convincono che forse qualcosa possa effettivamente cambiare, in meglio s’intende, per la vita degli italiani.
Non passa giorno che non sento le tante lamentele circa la cassa integrazione per i lavoratori dipendenti che non arriva. Solo per notizia ricordo che mentre i miei connazionali aspettano il mese di marzo, negli altri Paesi della Unione Europea hanno già percepito il mese di maggio.
Non passa giorno che non senta le lamentele delle piccole o piccolissimi imprese, artigiani o imprese familiari che lamentano l’assenza di liquidità da parte delle banche, in ordine ai finanziamenti a garanzia pubblica. Ricordo che solo la settimana scorsa è stata apportata una modifica sostanziale al Decreto liquidità – dopo una forte ostilità del partito di maggioranza relativa al governo – per ampliare l’autocertificazione per spostare ex post l’azione di controllo ma soprattutto inserire la manleva sul merito creditizio, da mesi richiesta dall’Abi.
Covid-19 e contagio sul lavoro
In una precedente occasione ho affrontato l’argomento da osservatore, nella veste di un comune cittadino notando subito la sostanziale differenza fra la mera malattia del lavoratore – penso a quella del “morbillo” – e all’infortunio sul lavoro, come il contagio da covid-19 è stato declinato da parte dell’Inail[1].
Ad oggi, secondo quanto si legge su un articolo del Sole 24 Ore, sono già 43mila le denunce presentate dai lavoratori per infortuni subiti nell’ultimo mese.
Al netto di responsabilità amministrative o addirittura penali – per lesioni colpose od omicidio colposo – scongiurate laddove l’imprenditore dimostra in corso di causa di aver osservato le prescrizioni del protocollo di sicurezza.
Di fronte a queste evidenze, provo a farmi qualche domanda:
- Hanno un senso tutti questi presunti tentativi di semplificazione per facilitare la vita ai cittadini e alle imprese per far ripartire il sistema Paese?
- In un momento in cui ci sono imprenditori che si suicidano perché non possono o non sono in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti;
- E’ giusto esporre l’imprenditore alle lungaggini del nostro pianeta giustizia pur avendo osservato le prescrizioni dei protocolli?
- Non passa giorno che!!!
======
[1] https://www.giovannifalcone.it/coronavirus-il-dipendente-che-si-contagia-e-una-malattia-o-un-infortunio/