Polexit: La Corte costituzionale polacca rinnega il trattato di adsione alla UE
I sovranisti, i nazionalisti versione Orban (Premier ungherese), di Le Pen (leader della destra francese) o quelli in salsa nostrana del duo “Giorgia-Matteo” (rispettivamente leader di Fratelli d’Italia e Lega), stanno festeggiando e si affrettano a dire che un’altra Europa è possibile.
Sono quelli che vogliono una Europa senza regole, vogliono decidere e gestire tutto da soli, senza subire la influenza esterna da parte di nessuno, come se vivessimo da eremiti, da soli, sul Monte Bianco o altrove.
In sostanza, se è vero che non si parla in alcun modo di voler uscire dall’Unione Europea dei 27 – come qualcuno senza fare nomi predicava in passato – ma che nessuno, di questi soloni che ho citato, intende cedere sovranità.
Per questi statisti dell’acqua fresca, malgrado la nefasta esperienza delle due guerre mondiali del secolo scorso, provocate sempre dalla difesa dei confini nazionali, non esiste neanche la globalizzazione in atto da oltre venti anni che, si potrà anche gestire, ma certamente non si può ignorare o peggio ancora, fermare, essendo un processo irreversibile.
Malgrado la Corte Costituzionale polacca, con la sentenza in discussione, dichiara incostituzionale il trattato di adesione della Polonia all’UE e che l’Ordinamento interno prevale sempre sulle direttive comunitarie, il popolo polacco sembra entusiasta di rimanere in Europa (70% favorevole). Se passa questo principio significherà che la Polonia ovvero qualunque altro Stato dell’UE, non potrà mai essere richiamato o soggetto a sanzioni per eventuali atti o provvedimenti che vadano contro i principi, i valori, affermati dall’Unione Europea.
Europeisti & sovranisti
Con l’uscita del Regno unito, questa sentenza non poteva capitare in momento peggiore, fermo restando la necessità di capire meglio il significato della parola “sovranismo”, per comprendere appieno dove vogliono andare a parare.
Come si possa dire “resto con voi, lavoriamo insieme, viviamo insieme però voglio fare solo quello che piace a me”.
Si capisce bene e subito che si tratta di un ragionamento senza capo e senza coda.
Chi sono i sovranisti e cosa vogliono?
Il significato moderno di questo termine risalirebbe alle elezioni francesi del 1997 e stava a indicare una forma di protesta contro l’Integrazione europea che avrebbe portato alla nascita degli Stati Uniti d’Europa, come si è augurato il primo teorizzatore dell’UE Altiero Spinelli.
Negli ultimi tempi invece, si vuole indicare una forma di protesta contro un potere costituito, abilitato e qualificato come quello che esprime l’Unione Europea.
Insomma è diventato un modo per distinguersi, anche senza dire nulla di più o di diverso laddove, si dice, come ripetono continuamente la nostra Giorgia Meloni e Matteo Salvini che dall’Europa non vogliono uscire ma la vogliono solo cambiare.
Questi sovranisti non accettano di discutere di solidarietà, di problemi comuni cercando insieme la migliore soluzione, ma vogliono alzare solo muri alla Donald Trump, alla Jair Bolosonaro, alla Viktor Orban, alla Marine Le Pen.
Insomma, sono personaggi che accettano solo gli aspetti positivi dello stare insieme ad una tavola, pensando in questo modo di meglio difendere lo Stato-nazione.
La politica sovraniista o almeno quella a cui stiamo assistendo, è la politica dei porti chiusi, delle frontiere sbarrate, la politica della protezione dei marchi nazionali nella convizione che questo possa essere l’unico modo in grado di assicurare crescita e benessere per tutti.
Conclusioni
La risposta dell’Europa ai 12 Paesi che hanno chiesto di alzare i muri alle frontiere è stata: “Volete fare i muri, fatelo con i voistri soldi perché l’Europa è un’altra cosa, un’altra storia”.
A chiudere però il discorso per adesso è la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, che dopo la sentenza ha affermato: “Il diritto Europeo mantiene il primato su quelli nazionali”. Una presa di posizione forte della presidente che si è detta intenzionata a “utilizzare tutti gli strumenti necessari per garantirlo”.
Bene così, difendiamo L’Europa unita!