domenica, Maggio 5, 2024
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Il demerito delle disuguaglianze: Una ricchezza mal distribuita!

Il demerito delle disuguaglianze: Una ricchezza mal distribuita!

 

Ogni giorno si trovano commenti che parlano delle disuguaglianze perenni che si fa fatica anche solo a contemplare, significando che sono talmente estese, che si fa addirittura fatica ad indicarle tutte perché sembra una maledizione.

Non si capisce infatti se stiamo parlando di una invidia sociale o una effettiva disparità di trattamento. Spesso, come termine di paragone guardiamo ad  uno degli amministratori storici della Fiat, tale Vittorio Valletta che distanziava i suoi operai utilizzati nella catena di montaggio, per 12 sole lunghezze. Adesso invece, questa lunghezza si allunga all’infinito, diventa siderale, sembra un fatto scontato e quasi ineludibile, inarrestabile, per oltre duemila lunghezze.

Possiamo dire che qualcosa non funziona e che le disuguaglianze partono di qua? Possiamo dire che la politica della remunerazione rappresenta un passaggio fondamentale per accorciare l’attuale forbice dell’ascensore sociale?

In  questi casi, non si chiede naturalmente di abbassare i compensi di vertice, del management che sicuramente viene elargito con merito ed oculatezza, ma si chiede solo di far elevare gli ultimi, quelli che generalmente non hanno voce, a fronte di un sindacato incapace di raccogliere queste istanze e le tante ed evidenti esagerazioni.

In questi casi, quale deve essere il ruolo della politica, del ragionamento per migliorare la distribuzione della ricchezza prodotta e quindi per assicurare una decorosa convivenza civile?

Sentiamo spesso parlare della necessità di mettere mano al “cuneo fiscale”, ovvero ridurre le tasse sulla busta paga onde consentire al lavoratore di aumentare il netto ricavo a fine mese od anche di aumentare, come si ripete spesso ultimamente, di agire sul “salario minimo”.

Insomma, la fantasia non manca e il cantiere è in ebollizione ma ogni ragionevole soluzione sembra lontana e nulla si vede in lontananza.

Proposta operativa

Di fronte a questa generale latitanza della politica, proviamo a fare qualche ragionamento per tentare di comprendere i problemi, parliamo sempre degli ultimi ovviamente, di quelli che più di altri soffrono l’inflazione e la diffusa speculazione anche sui prodotti di largo consumo.

Mi chiedo, possiamo agganciare le retribuzioni  all’incremento di fatturato o, ancora meglio alla crescita del dividendo distribuito a fine anno?

Così facendo, penso che aumenterebbe, anche l’attaccamento del dipendente alle sorti della propria azienda.

La mia, può essere almeno una ipotesi di scuola da cui partire per un ragionamento?

 

 

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