martedì, Maggio 7, 2024
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L’impudenza del potere!

L’impudenza del potere!

Il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine della presentazione dell’Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2022, realizzata dall’istituto insieme al Centro Einaudi, con una certa arroganza e spregiudicatezza ha detto: «I risparmiatori italiani rifuggono dal rischio e preferiscono impieghi in cui apparentemente il rischio non esiste». Gros-Pietro ha poi sottolineato il tema dell’educazione finanziaria, perché «per gestire il rischio bisogna essere in grado di valutarlo e per farlo bisogna conoscere prodotti».

Oltre ad una impudenza manifesta, ha anche aggiunto che i risparmiatori nostrani non hanno cultura, sono ignoranti e scarseggiano in “educazione finanziaria”.

Esimio presidente della più importante banca italiana, autrice insieme ad altri importanti istituti della nota “truffa diamanti”, i nostri risparmiatori hanno avuto il solo torto di fidarsi dei vostri consulenti patrimoniali, dei promotori finanziari e i tanti direttori di filiale.
Oltre che fidarsi troppo di taluni soggetti, come si è visto a torto, hanno continuato a fidarsi dell’Istituzione che non ha avuto tempo e modo di capire che tanti bilanci erano falsi, dove le “sofferenze erano crediti”, i fondi posti a garanzie delle obbligazioni emesse erano “fittizi”, i crediti erano “baciati” e i default erano imminenti, come ha certificato la Bce con gli stress test.
Adesso, bisogna ricomporre, secondo lo spirito dell’art.47 della Costituzione, quello spirito di fiducia e responsabilità reciproca che, se mai c’é stata, oggi é temporaneamente smarrita!
F/to Un osservatore anonimo!

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Gian Maria Gros-Pietro (presidente Intesa Sanpaolo): «Nel risparmio gli italiani cercano il rischio zero, ma non esiste

“Il rischio esiste per conto suo, non si può evitare e quindi va affrontato e gestito».

Lo ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine della presentazione dell’Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2022, realizzata dall’istituto insieme al Centro Einaudi.

«I risparmiatori italiani rifuggono dal rischio e preferiscono impieghi in cui apparentemente il rischio non esiste». Gros-Pietro ha poi sottolineato il tema dell’educazione finanziaria, perché «per gestire il rischio bisogna essere in grado di valutarlo e per farlo bisogna conoscere prodotti».

Su questo fronte «giovani mostrano poco interesse e quindi vuol dire che non sappiamo presentarla bene: dobbiamo migliorare», ha spiegato.

La sicurezza si conferma al primo posto per gli intervistati tra le caratteristiche degli investimenti: è l’aspetto da privilegiare per il 57% del campione. L’80,4% la colloca al primo o secondo posto tra gli elementi cui prestare attenzione nel decidere un investimento, seguita dalla liquidità (49,7%).

A ridosso dell’anno 2000, le due maggiori preoccupazioni nel processo di investimento erano scegliere quando investire (il cd. timing, ora al secondo posto, indicato dal 42,5% del campione) e come suddividere il risparmio (l’asset allocation, oggi al terzo posto, 31% del campione). Nel 2022,
timing e asset allocation lasciano il primo posto alla valutazione del rischio delle soluzioni di investimento (52,9%). In un periodo di forte volatilità, la paura di perdere il denaro può aver favorito questo passaggio; l’emergere della percezione che ogni investimento comporta l’assunzione di un
rischio, da conoscere prima di investire, è comunque un segno di maturità da parte degli investitori.

Crisi geopolitica, crisi energetica, inflazione, modifica delle catene di fornitura, isolamento internazionale della Russia, raffreddamento dei rapporti politici tra occidente e Cina: sono gli elementi dello scenario cui le famiglie si trovano di fronte quando effettuano le proprie scelte finanziarie.

Le difficoltà non sembrano tuttavia legate al reddito: ben il 93,3% degli intervistati 2022 rispondono infatti di essere finanziariamente indipendenti, in leggero aumento rispetto al 92,1% del campionamento precedente, si legge nella ricerca.

Migliorano anche i giudizi circa la sufficienza del reddito a consentire un tenore di vita accettabile, sia al presente che al momento di accedere alla pensione: la valutazione passa nel primo caso dal 64,6% del 2021 al 68,1% del 2022, nel secondo dal 45,9% al 52,8%. Il 69% dei giovani rispondenti appare tranquillo sulla sufficienza del reddito tra dieci anni. La differenza di genere è però in questo caso piuttosto significativa (72% nel caso degli uomini, contro il 64% delle donne): un dato su cui probabilmente pesa la maggior precarietà del lavoro che le giovani donne subiscono rispetto ai coetanei maschi.

Gran parte degli intervistati vorrebbe risparmiare, ma non tutti ci riescono.

L’Indagine 2022 registra comunque un buon risultato: la percentuale dei risparmiatori si riporta verso i livelli pre-pandemia, attestandosi al 53,5% (55,1% nel 2019), in netto aumento rispetto al dato 2021, che vedeva i risparmiatori ridotti al 48,6% del totale. La quota varia però sensibilmente tra i diversi gruppi del campione. Riesce ad accantonare risorse il 68% dei laureati, contro meno del 50% di chi ha un’istruzione media inferiore. Risparmia il 69% di chi ha un reddito netto mensile maggiore di 2.500 euro, ma solo il 36% di chi non arriva ai 1.600 euro. Differenze analoghe emergono tra chi ha una casa di proprietà (risparmia il 60%) o in affitto (34%) e tra le famiglie con più redditi (69%) e quelle monoreddito (47%).

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