venerdì, Maggio 3, 2024
spot_img

Limite contanti 2023, tutto quello che c’è da sapere su pagamenti e prelievi

Limite contanti 2023, tutto quello che c’è da sapere su pagamenti e prelievi

Fonte: Money.it

Cambia di nuovo l’importo del limite ai contanti per il 2023: ecco come si dovrà procedere per effettuare pagamenti, prelievi e versamenti sul conto.

Da oggi entra definitivamente in vigore il nuovo limite al denaro contante, per l’esattezza il decimo diverso nel corso di 32 anni, pari a 5.000 euro. Il limite ai contanti del 2023 è quindi più ampio, legittimando i pagamenti fino a 4.999,99 euro. Al superare di questa cifra, sostanzialmente con pagamenti a partire da 5.000 euro, sono previste sanzioni sia per chi paga che per chi riceve il denaro.

Limiti al contante: i pagamenti

Di fatto, l’unica differenza rispetto agli anni precedenti risiede esclusivamente nell’importo, che ora è aumentato, mentre la disciplina è pressoché invariata. Il ministero dell’Economia ha quindi provveduto preventivamente a chiarire tutti i dettagli, con particolare attenzione al tema più dibattuto, ossia l’applicazione del limite. Il limite ai contanti viene applicato soltanto ai trasferimenti tra soggetti diversi, definizione utilizzata dal ministero dell’Economia per riferirsi nel modo più immediato possibile alle persone giuridiche distinte.

In sintesi, rientrano in questa categoria i pagamenti di qualsiasi genere, proprio perché prevedono necessariamente una distinzione di entità. Allo stesso tempo, la soglia legale deve essere applicata anche ai trasferimenti di denaro, ad esempio tra società intestate alla stessa persona. Quest’ultimo esempio, peraltro, è molto utile per comprendere la decisione di distinguere fra persone giuridiche, così da evitare l’utilizzo delle società e delle aziende per aggirare il limite.

Il limite su versamenti e prelievii

Le uniche operazioni escluse del limite sono i prelievi e i versamenti sul proprio conto personale, in quanto si tratta delle uniche ipotesi in cui il trasferimento di denaro prevede un solo soggetto. Oltretutto questo tipo di attività necessita in maniera molto minore del tracciamento del denaro, poiché il denaro versato o ricevuto effettua un passaggio sempre nel possesso dello stesso proprietario. Allo stesso tempo, tutte le altre problematiche connesse sono regolamentate in maniera indiretta.

I versamenti sul proprio conto corrente, ad esempio, possono essere dovuti a un compenso ricevuto per una prestazione o un servizio erogato. Atto che non può essere compiuto in contanti se la somma è pari o superiore a 5.000 euro. Dunque in automatico tutti i versamenti in contanti superiori a 5.000 euro non provengono da un trasferimento tra soggetti diversi, perciò non avrebbe senso disciplinarli.

Ne consegue che le persone possono, ad esempio, ricevere pagamenti in contanti inferiori a 5.000 euro, metterli da parte e poi decidere di versarli tutti insieme. Allo stesso tempo è permesso prelevare oltre 5.000 euro per compiere dei pagamenti in favore di altri, purché per ogni soggetto non venga oltrepassato il limite. Tra l’altro la legge permette, nel caso di un pagamento superiore alla soglia, di pagare una parte in contanti e la parte eccedente con un metodo tracciabile.

Il pagamento degli stipendi

Diversa poi è la disciplina che regola il pagamento degli stipendi, i quali devono essere tracciabili a prescindere dal loro importo. Nel dettaglio, lo stipendio deve essere corrisposto tramite qualsiasi metodo alternativo, ad esempio è ammesso il versamento direttamente nella banca sul conto del dipendente. Non rientrano invece in questo limite i pagamenti per di rimborso o anticipo delle spese. Questo rappresenta l’unica situazione nella quale le sanzioni ricadono esclusivamente sul pagatore, in quanto datore di lavoro su cui ricade il divieto.

È davvero molto importante conoscere queste regole, perché le sanzioni ricadono in ogni caso su entrambi i soggetti coinvolti. Entrambi, infatti, contribuiscono a eludere la legge, anche se in maniera diversa.

Le sanzioni per chi non rispetta il limite

Le sanzioni previste per la violazione di queste regole sono piuttosto salate e, con la sola eccezione degli stipendi, applicate a entrambe le parti. Nel dettaglio:

  • Da 1.000 euro a 1.500 euro per il datore di lavoro che non rispetta la tracciabilità degli stipendi.
  • 1.000 euro per le violazioni del limite ai contanti.
  • A partire da 5.000 euro per le violazioni di importo superiore a 250.000 euro.
  • Da 3.000 euro a 15.000 euro per chi non comunica la transazione.

Le transazioni superiori ai 5.000 euro, infatti, devono essere sempre comunicate al fisco, perché in caso contrario si va incontro a una sanzione ulteriore, indipendente da quella per il pagamento in contanti.

Ti potrebbero interessare anche

ULTIMI ARTICOLI

Non sei ancora iscritto?

Prova la nostra demo

CATEGORIE

ATTUALITA'

Sequestro beni oligarca russo

Beni russi, sequestri a 2 mld

Beni russi, sequestri a 2 mld Sequestrati agli oligarchi russi beni per 2 miliardi di euro. A tanto ammonta il valore dei beni congelati finora dalla Guardia di finanza a soggetti inseriti nelle liste Ue,...
Una "l'aurea c'è l'ho"

“Una l’aurea c’è l’ho”, “Ma non sai scrivere”. Duello Cottarelli-Crosetto sull’ortografia

"Una l'aurea c'è l'ho", "Ma non sai scrivere". Duello Cottarelli-Crosetto sull'ortografia Fonte: il Giornale "Una l'aurea c'è l'ho", "Ma non sai scrivere". Duello Cottarelli-Crosetto sull'ortografia© Fornito da Il Giornale La candidatura alle elezioni europee annunciata domenica da Giorgia Meloni come capolista di...