lunedì, Aprile 29, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: Evasione fiscale, le chiacchiere stanno a zero!

LA POLITICA IN VETRINA: Evasione fiscale, le chiacchiere stanno a zero!

Quello che si desume dalla lettura dell’articolo ricordato in appendice[1], dimostra, oltre ogni ragionevole dubbio, il grado di approssimazione e faciloneria utilizzato ancora oggi nell’azione di contrasto all’evasione fiscale.

Per quanto abbia già manifestato il grande apprezzamento per il lavoro svolto dalla nostra Amministrazione finanziaria nel recente periodo nel campo delle Convenzioni internazionali[2], è innegabile la complessiva insufficienza nell’azione di contrasto.

Qualche anno addietro, al Comando di un Reparto della Guardia di finanza ebbi modo di condurre un’attività di servizio nel campo delle “frodi carosello” nell’IVA comunitaria. In tale quadro, un imprenditore spagnolo – operante nel campo della telefonia e componentistica per computer – rivolgendosi ad un suo omologo della provincia di Bari, nel corso di una  conversazione telefonica, ebbe a dire: “Beati voi che avete l’IVA al 20% perché da noi è soltanto al 16%”.

Se è vero che l’armonizzazione fiscale all’interno dell’Unione Europea sarebbe un grande antidoto per il contrasto alle citate frodi, per la cui realizzazione necessita il coinvolgimento di 27 Paesi, è altrettanto vero che il controllo sulle aperture della Partite IVA lo si può attuare a tamburo battente senza alcun particolare accordo.

Ancora oggi, si emettono/annotano fatture completamente false al solo fine di consentire a terzi e/o auto ridursi significativamente l’onere tributario attraverso l’abbattimento dell’imponibile grazie alla contabilizzazione di costi assolutamente fittizi.

L’ulteriore vantaggio conseguito, utilizzando lo strumento delle “false fatturazioni” è quello di costituire fondi neri per fare ciò che non si dice: corrompere appartenenti alla Pubblica amministrazione.

Emblematica la descrizione che ho fatto per la “programmazione delle verifiche fiscali” da farsi ogni anno quando attingevo il nome degli Operatori economici da controllare attraverso l’elenco delle Pagine gialle[3].
La buon’anima avrebbe concluso: “Ho detto tutto!”.

Per concludere, quando assisto al continuo legiferare in materia, dove si ha o si vorrebbe dare l’impressione di lottare contro l’evasione fiscale, ho la netta sensazione che chi fa le leggi, le norme, aggiunge e toglie commi e articoli vari, è anni luce distante da chi l’evasione fiscale la combatte sul territorio.

Insomma l’evasione fiscale sta sul territorio – spesso anche vissuta come una forma di legittima difesa per non soccombere – dall’altro sta il legislatore, seduto in Parlamento o in qualche ufficio ministeriale che vive su un altro pianeta e che non sa o non vuole sapere cosa realmente fare per contenere una vera patologia di sistema.

Intanto, così è, se vi pare!

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