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Rimborso Iva sulla Tari, quando si può richiedere?

Rimborso Iva sulla Tari, quando si può richiedere?

Fonte: Money.it

Patrizia Del Pidio

13 Dicembre 2023 – 16:19

L’Iva applicata sulla Tari è illegittima poichè si tratterebbe di una doppia imposizione fiscale: un’imposta (l’Iva) applicata su una tassa (quella rifiuti). Per questo si può chiedere il rimborso.

Quando si può richiedere il rimborso dell’Iva sulla Tari? L’applicazione dell’Iva su imposte e tasse, come quella sui rifiuti, è illegittima e proprio per questo, se il Comune la applica, il cittadino ha il diritto di chiedere il rimborso. Fino a qualche anno fa erano molti i Comuni che maggioravano la Tari con l’imposta sul valore aggiunto.

Quello che si deve tenere conto, però, è che non si tratta di una tariffa che il cittadino paga per un servizio, ma di una tassa. La Corte di Cassazione (con sentenza 5078 del 2016) e la Corte Costituzionale (con sentenza 238 del 2009), hanno ritenuto illegittimo applicare l’Iva sulle tasse e proprio perché la Tari è una tassa e non una tariffa non può essere maggiorata dall’Iva poiché si tratterebbe di una doppia imposizione fiscale.

L’Iva erroneamente applicata sulla Tari

Come detto, in passato diversi Comuni applicavano l’aliquota Iva al 10% sulla tassa rifiuti. In base alla tariffa applicata dal Comune per lo smaltimento dei rifiuti, i cittadini si sono trovati a pagare somme aggiuntive che sfioravano anche i 100 euro l’anno.

Proprio per l’illegittimità di questa applicazione dell’Iva sulla Tari, i cittadini che hanno pagato l’Iva applicata alla tassa hanno diritto a chiedere il rimborso che riguarda gli ultimi 10 anni. La prescrizione del diritto al rimborso dell’Iva versata e non dovuta, infatti, ha una prescrizione decennale (in base a quanto previsto dall’articolo 2946 del codice civile) e proprio per questo ci si può rifare solo sugli ultimi 10 anni poiché quelli precedenti sono caduti in prescrizione.

Come chiedere il rimborso dell’Iva sulla Tari?

Qualora, effettuando controlli sui pagamenti dell’ultimo decennio, ci si rendesse conto di aver versato anche l’Iva sulla tassa, è necessario presentare istanza di rimborso al proprio Comune. L’istanza deve essere fatta pervenire all’Ufficio Tributi o agli sportelli delle associazioni consumatori.

Per ricevere il rimborso bisogna compilare il modulo apposito a cui, però, bisogna anche allegare le ricevute che attestano di aver pagato, oltre al tributo anche l’Iva. Al modulo, quindi, si devono allegare eventuali fatture di pagamento o comunicazioni inviate dal Comune da cui si evinca che la Tari è stata maggiorata dall’Iva.

Per i termini di prescrizione vanno considerate le date presenti sulle fatture o sulle comunicazioni in questione. Le associazioni dei consumatori, però, ci tengono a precisare che la domanda di rimborso non può essere presentata così semplicemente. Fanno notare, infatti, che è necessaria un’azione collettiva per la quale è possibile, appunto, delegare una associazione che tutela i consumatori in base a quanto previsto dall’articolo 140 bis del codice del Consumo (che riguarda, appunto, la class action).

A poter richiedere il rimborso, in ogni caso, sono solo i privati cittadini. La possibilità , invece, è preclusa alle imprese che, nell’anno in cui l’hanno versato, hanno detratto l’Iva dalla liquidazione periodica della stessa.

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