venerdì, Maggio 3, 2024
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Cartiere e fatture false: Una strada da seguire!

Cartiere e fatture false: Una strada da seguire!

Come soggetti obbligati – in primis banche e professionisti – abbiamo un dovere civico in più che si aggiunge ad un obbligo normativo che scaturisce dalla “collaborazione attiva” in materia di lotta al riciclaggio di denaro sporco.

La quotidiana cronaca giudiziaria ci racconta che le organizzazioni mafiose, da qualche anno a questa parte, fanno affari attraverso associazioni criminali dedite alla costruzione di “cartiere” per produrre false fatturazioni.

Quali devono essere quindi le attenzioni del soggetto obbligato per ridurre i rischi di tale fenomeno?

All’Adeguata verifica canonica, attraverso la visura camerale – statuto e atto costitutivo – di un’attività economica, bisogna sempre far seguire con la massima tempestività una “verifica di cantiere”, per riscontrare laa presenza di una organizzazione logistica ed imprenditoriale in termini d mezzi e personale idoneo, ricordando sempère quello che la Cassazione ci ha sempre detto che “Le fatture emesse da u’azienda senzapersonle sono false”.

Dettagli del terzo millennio!

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“I mafiosi non sparano più . Sono in affari con imprese a cui concedono prestiti”

Fonte: Il Giorno

I mafiosi? “Dimenticatevi il cliché del personaggio con coppola e lupara. Oggi le organizzazioni criminali non sparano più ma rendono servizi fiscali impeccabili, realizzano un grande arricchimento illecito ai danni dello Stato e creano dipendenza negli imprenditori nostrani. Hanno trovato nel nostro territorio un terreno così fertile, stanno così bene qui che non se ne andranno più”. Parola del procuratore Francesco Prete, ieri al convegno “Il fenomeno mafioso nel territorio bresciano, strumenti di contrasto” promosso al Moca dal Nab, il network antimafia. L’amministrazione comunale da tempo con specifici progetti cura la prevenzione delle infiltrazioni criminali nel tessuto economico. Capofila di Nab è la Locale, che con il supporto de Il mosaico e di numerose altre realtà nel 2018 ha istituito uno sportello (e un numero di telefono dedicato) per aiutare e accompagnare alla denuncia chi finisce nel tunnel della mafia. Oggi alla rete partecipano 20 enti (Cna Brescia, Confcooperative e Libera, le ultime adesioni), ognuno impegnato in attività di sensibilizzazione e sostegno. Le associazioni mafiose del 3° millennio, si diceva, cavalcano il business delle fatture false e delle società cartiere, fanno perdere la tracciabilità dei flussi finanziari con magheggi fino all’altro capo del mondo – vedi in Cina – dove poi per la giustizia diventa impossibile risalire il filo. “Se un tempo erano i mafiosi a cercare gli imprenditori, per esempio attraverso il pizzo, oggi non ne hanno bisogno: sono gli imprenditori in difficoltà economica che li cercano e poi rimangono schiacciati – ha continuato Prete -. La pervasività di tali associazioni passa anche attraverso la fascinazione esercitata dal potere. Se alla fascinazione si aggiunge la capacità di fare del bene, nel senso di fornire aiuto a chi ne ha bisogno, il gioco è fatto”. Come si inverte la rotta? “Con la conoscenza, che deve partire già dalla scuola e raggiungere le periferie metaforiche di coloro che non hanno voglia di capire nulla. E poi è d’obbligo sensibilizzare le associazioni di categoria: l’imprenditore che ha bisogno di contanti non deve andare dal mafioso ma dalle associazioni, che devono offrire sostegno e conforto e non solo pacche sulle spalle. La mafia passa attraverso l’economia e l’economia attraverso l’impresa”. Beatrice Raspa

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