Truffa, riciclaggio ed evasione fiscale: 11 misure cautelari. Coinvolti dg di banca e notai
Indagini di polizia e finanza: sequestrati 6 milioni di euro. In carcere gli imprenditori Angelo De Santis e Marino Bartoli
In manette De Santis e Bartoli
In carcere sono finiti gli imprenditori Angelo De Santis e Marino Bartoli; ai domiciliari invece Roberto e Federico Labate (padre e figlio), Rinaldo Scaccia, Paolo Baldassarra, Gennaro Cicatiello, Luca Lazzari e Lino Lunghi. La misura interdittiva del divieto di esercizio della professione e impresa è scattata nei confronti di Nadia Lunghi e Gerardo Plocco. «E’ un’inchiesta molto complessa – ha dichiarato l’avvocato Pierpaolo Dell’Anno – Ne sapremo di più quando saranno fissati gli interrogatori, nei prossimi giorni».
Nell’ambito della stessa operazione sono stati sequestrati beni per un valore di 6 milioni e mezzo.
Nello stesso tempo gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal dirigente Flavio Genovesi e i finanzieri del colonnello Cosimo Tripoli hanno acquisito e sequestrato documenti presso la sede centrale di una Banca e presso le cancellerie delle sezioni fallimentari del Tribunale.
Nell’operazione sono stati impiegati anche una unità cinofila addestrata alla ricerca del denaro contante.
Sull’operazione il Procuratore capo, Antonio Guerriero, ha scelto di non rilasciare commenti a caldo, ma ha diramato un comunicato in cui ha sintetizzato gli elementi salienti dell’inchiesta.
Inchiesta nata per caso, seguendo un imprenditore ciociaro, sottoposto ad intercettazioni perché coinvolto in traffici di stupefacenti. In particolare l’intercettazione parlava dei modi in cui un suo amico faceva soldi operando nel settore delle aste giudiziarie e godendo della piena fiducia del direttore generale di una Banca.
A questo punto partivano le indagini che, dalla droga, si spostavano nel mondo immobiliare.
E’ così emersa l’attività di un gruppo che operava nel campo delle ristrutturazioni. Nell’inchiesta sono finiti anche due notai di Sora presso cui sono stati stipulati gran parte degli atti degli associati.
In particolare sono state evidenziate fittizie intestazioni di quote di varie società di capitali che costituiscono l’interfaccia necessaria per l’illecito arricchimento.