A che cosa serve il Fisco? A raccogliere le risorse (infatti, si chiama “Agenzia delle Entrate”) per poter effettuare le spese indicate nel bilancio dello Stato. Ne consegue che il sistema tributario dovrebbe essere strutturato in modo tale da finanziare le uscite previste.
La legge delega prevede una modifica della tassazione (diretta e indiretta) e alcuni interventi sull’accertamento, sulla riscossione, sulle sanzioni e sul contenzioso tributario. Alcune misure sono assai discutibili, a partire dalla «revisione e graduale riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche». In particolare, si prevede la diminuzione (da 4 a 3) delle aliquote Irpef per gli scaglioni di reddito «nella prospettiva della transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica » (la cosiddetta flat tax).
Anzitutto, fa un certo effetto vedere una riforma fiscale che si pone l’obiettivo di una tassazione con una percentuale uguale per tutti, ricchi o poveri che siano, sapendo che la progressività è un criterio espressamente indicato nella Carta Costituzionale.
In realtà, ciò che appare assolutamente contraddittorio è il modo in cui viene concepito il sistema tributario. Le imposte dovrebbero essere calibrate sulle necessità di spesa di una collettività. Pertanto le tasse si possono diminuire o aumentare in relazione a quanto si decide di spendere. Non ha alcun senso partire dal pregiudizio della diminuzione delle entrate, per poi dover trovare le risorse (con nuove tasse o ulteriori tagli di spesa) per compensare la riduzione prestabilita delle tasse.
Il sistema tributario italiano andrebbe profondamente cambiato, ma nella direzione opposta, cioè per garantire risorse adeguate a realizzare i principi e i diritti costituzionali. Le imposte infatti trovano fondamento in questa prospettiva, altrimenti sono soltanto oggetto di propaganda, dove prevale chi promette maggiori tagli. Il che contribuisce a spiegare perché l’Italia abbia accumulato il debito pubblico più alto d’Europa.
Abbattere la pressione fiscale è una delle modalità per aumentare le entrate tributarie per il semplice motivo che si riduce l’indole all’evasione del comune cittadino.
E’ stato un percorso già sperimentato in altri Paesi (Usa) e può funzionare anche da noi dove la pressione tributaria è altissima e si evade anche per mera sopravvivenza.
Avanti tutta!
https://www.giovannifalcone.it/2024/03/21/il-fisco-del-governo-meloni-la-direzione-e-quella-giusta/