lunedì, Aprile 29, 2024
spot_img

Sulle banche salvare conviene | L’analisi

Sulle banche salvare conviene | L’analisi

Fonte: ripartelitalia.it

 

Per tutta l’estate gli extraprofitti bancari sono stati al centro del dibattito politico italiano.

Se sia possibile definirli extraprofitti, se siano giusti, se sia corretto tassare gli istituti o se azioni come il prelievo prima imposto dal governo e poi corretto permettendo alle banche di tramutarle il balzello in un intervento di patrimonializzazione siano o meno un rischio per la fiducia dei mercati.

Anche a livello europeo ci si interroga.

L’angolatura con cui affrontare il tema è però diversa, scrive MF-Milano Finanza.

Guarda ai salvataggi bancari.

La scorsa primavera le crisi di Silicon Valley Bank e di First Republic Bank negli Stati Uniti e l’intervento di Ubs a tutela di Credit Suisse hanno riportato i pericoli per il mondo del credito sotto i riflettori.

E partendo da questi episodi che uno studio del Parlamento europeo, su richiesta dalla commissione Affari Economici presieduta da Irene Tinagli, ha passato in rassegna costi e guadagni per i “cavalieri bianchi” intervenuti a tutela di istituti in crisi, in una serie di salvataggi che si sono susseguiti dal 2015 a oggi, in attuazione della direttiva Brrd sulle risoluzioni bancarie.

I casi statunitense e svizzero si sono rivelati dei buoni affari per le banche intervenute nel salvataggio, sia in borsa sia sui conti, notano gli autori.

Lo studio guarda ad esempio al cosiddetto badwill, ossia l’avviamento negativo, dato da un valore di acquisizione inferiore al patrimonio ratificato.

Per gli istituti Usa si è aggirato tra 1,3% e il 4,6% degli asset acquisiti.

Nell’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs è stato del 5%, continua lo studio.

Gli autori si pongono quindi la prima domanda: tali risultati sono il giusto compenso per i rischi presi dall’acquirente oppure sono eccessivi?

Il rischio, aggiungono, è che possono tramutarsi in ostacoli per una risoluzione di successo, in quanto possono accrescere i costi per i soci delle banche salvate, per strumenti di garanzia dei depositi e, in ultima istanza, per i contribuenti.

Su dieci casi di salvataggi in Europa passati in rassegna dagli studiosi in sette occasioni i badwill sono stati positivi.

Negli altri tre negativi.

Spicca tra tutti il salvataggio del Banco Popular Espanol portato avanti da Santander, che ha registrato un avviamento negativo di -248 milioni.

“La transazione avrà comunque avuto benefici dal consolidamento delle due banche”, scrivono gli autori.

I casi italiani passati in rassegna vanno dal passaggio di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca a Intesa Sanpaolo, che nell’ambito dell’operazione aveva potuto contare anche sul sostegno dello Stato, all’incorporazione di CariFerrara in Bper e sempre in casa Bper al salvataggio di Carige.

Nell’analisi spiccano i passaggi delle filiali croata e slovena di Sberbank rispettivamente a Croatian Postbank e Nlb, con un avviamento negativo molto elevato rispetto agli asset delle banche acquisite, pari al 9,17% e al 10%, segno di un prezzo di vendita basso e conseguenti costi di risoluzione molto alti.

L’altro aspetto analizzato nello studio è l’andamento in borsa successivo alle operazioni di salvataggio.

L’analisi ha preso in considerazione le sedute di borsa della settimana precedente all’acquisizione e quelle della settimana immediatamente successiva.

In generale la risposa per la banca acquirente, nei casi presi in considerazione, è stata positiva.

Fanno eccezione due operazioni.

Una riguarda ancora Sberbank, in particolare il passaggio della attività slovene a Nlb.

La seconda operazione coinvolge invece Ubi Banca dopo l’acquisizione di Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti, costata in termini di capitalizzazione.

Per tutte le altre banche l’effetto è stato di un incremento sui listini.

Di poco più di 26 milioni per Banca Ifis, dopo aver acquistato le attività di Aigis Banca; di 70 milioni per Bper dopo l’operazione Carige, di 292 milioni per la Banca del Pireo successivamente al salvataggio di Idea Bank.

Le conclusioni cui arriva lo studio è che più piccolo è il salvatore, maggiore il beneficio che ottiene in termini contabili.

Le ragioni sono tante.

In particolare c’è l’effetto dei maggior premio di rischio che i salvataggi si portano appresso.

Di contro i piccoli istituti che fungono da ancora di salvezza per banche più grandi pagano dazio in borsa.

Quanto ai maxi-ritorni, esiste un tema di concorrenza, si legge.

Il mercato è tutt’altro che perfetto e le banche acquirenti possono capitalizzare la loro posizione.

L’esortazione che arriva alle autorità di risoluzione, e implicitamente alla Commissione europea, sia nella figura del commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, sia dei responsabili dalla direzione generale Concorrenza, è quello di considerate un ventaglio più ampio di cavalieri bianchi disposti a farsi carico delle banche in difficoltà e di essere pronti a sfruttare il meccanismo delle cosiddette banche-ponte, cui sono conferite tutte le attività diverse dai prestiti in sofferenza, cioè quelli di più dubbio realizzo.

Considerazioni di stretta attualità nell’esecutivo europeo, costretto nei mesi scorsi a una tardiva retromarcia sul caso Tercas.

Trascorsi otto anni e numerose sentenze alla fine la Commissione Europea ha riconosciuto di aver sbagliato nel considerare come un aiuto di Stato illegale l’intervento preventivo del Fitd (Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi) nel salvataggio dell’istituto teramano.

Decisione che complicò tutte le crisi bancarie successive.

L’Italia, prima in Europa, applicò le risoluzioni previste dalle regole europee e tali risoluzioni imposero svalutazioni ingenti sui crediti deteriorati degli istituti e si rivelarono molto più costose, con danni per miliardi di euro.

Inoltre le perdite sui titoli subordinati hanno causato instabilità sul settore che ha coinvolto anche le banche sane.

Tutto il contrario di quanto avveniva negli anni precedenti e di quanto sarebbe accaduto impiegando sin da subito le risorse del Fitd in modo preventivo.

Ti potrebbero interessare anche

1 commento

ULTIMI ARTICOLI

Non sei ancora iscritto?

Prova la nostra demo

CATEGORIE

ATTUALITA'

6° Direttiva UE antiriciclaggio

Pacchetto antiriciclaggio: la nuova normativa approvata dal Parlamento UE

Pacchetto antiriciclaggio: la nuova normativa approvata dal Parlamento UE 29 Marzo 2023 Fonte: Diritto bancario Il Parlamento europeo ha approvato un pacchetto di norme più severe per colmare le lacune esistenti in materia antiriciclaggio (normativa antiriciclaggio), e di lotta al finanziamento...
Corruzione: Arresti a Monza

Tangenti su una variante urbanistica a Monza: 9 arresti per corruzione in Brianza, sequestrato...

Tangenti su una variante urbanistica a Monza: 9 arresti per corruzione in Brianza, sequestrato un milione di euro Otto imprenditori e un funzionario comunale sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di...