venerdì, Maggio 3, 2024
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APPALTI: L’azienda norvegese deve possedere il Durc

Un’azienda
norvegese deve effettuare un lavoro di ristrutturazione, della durata di circa
tre mesi, in Italia. Vale la propria documentazione ai fini Durc, considerando
che la Norvegia non fa parte della Ue ma del See (Spazio economico europeo) e
ha aderito agli accordi di Schengen? Il committente deve effettuare la ritenuta
dell’8% sui bonifici?

E. P. – ROMA

R I S P O S T A

Va innanzitutto precisato che sia le
imprese comunitarie sia quelle extracomunitarie sono tenute a garantire ai
lavoratori distaccati in territorio nazionale le medesime condizioni di lavoro
previste per i lavoratori italiani da disposizioni legislative, regolamentari o
amministrative, nonché dai contratti collettivi. Il Durc (documento unico di
regolarità contributiva) attiene agli aspetti
previdenziali, ma per le imprese occorre distinguere se esse hanno sede in un
Paese comunitario o extracomunitario.

Rispetto alle
prime, corre l’obbligo, ex articolo 61 della legge 218/1995, di applicare ai
lavoratori distaccati la disciplina del luogo di realizzazione dei lavori:
nella fattispecie, la legge italiana, salvo che non sussistano norme pattizie
che stabiliscano altrimenti. Secondo le disposizioni del ministero del Lavoro,
invece, le imprese extracomunitarie, che effettuano lavorazioni edili in
territorio italiano, hanno l’obbligo di iscrizione alle Casse edili, ragion per
cui sono tenute al possesso del Durc. Ciò diversamente dalle imprese
comunitarie, per le quali sussiste l’obbligo citato soltanto in mancanza di
iscrizione a un organismo pubblico o contrattuale, che consenta quegli
adempimenti diretti a garantire gli stessi standard di tutela in atto in
Italia. E’ il caso di Austria, Francia e Germania, Paesi con i quali sono state
sottoscritte convenzioni bilaterali di reciprocità. In merito al secondo
quesito, la risposta è negativa. Al riguardo, ol “sostituto d’imposta”, ossia
il soggetto che opera la ritenuta e le versa all’erario, non è il committente
dei lavori, ma le banche o le Poste, alle quali arrivano i bonifici di
accredito. Per completezza, si segnala che la ritenuta d’acconto è stata
aumentata, in base alla legge di Stabilità 2015, dalla misura del 4% alla
misura dell’8 per cento, citata dal lettore.

DAL”IL SOLE 24 ORE” DEL 9 FEBBRAIO
2015

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