martedì, Aprile 30, 2024
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BUONI FRUTTIFERI & INTERESSI D’ORO: Poste deve pagare tutto


 Poste Italiane deve pagare interessi originari e spese della causa. Oltre
925mila euro di pagamento per l’ultima sentenza. Ecco quali sono le serie
d’Oro.

===================

Quando la faccenda dei buoni
fruttiferi ad interessi elevati 
(che superano il 15%) è
iniziata, Poste pensava di poterla spuntare perché nel Codice
Postale [1] 
era
stabilito chiaramente che il valore degli interessi poteva essere modificato
anche in maniera retroattiva da eventuali interventi governativi. Ma le Corti
che anno dopo anno sono intervenute hanno tutelato il diritto dell’investitoree oggi, come abbiamo avuto modo di
dire anche spesso sulle nostre pagine, i rimborsi fioccano e comprendono
l’intera quota di interessi oltre che naturalmente lespese
legali.
Ma
andiamo con ordine.

Buoni fruttiferi con interessi d’oro: quali
serie sono?

La vicenda nasce nel
1974. Da quell’anno e per ulteriori 12 anni, dunque sino al 1986 l’ente Poste
ha emesso deibuoni fruttiferiche hanno reso molto bene a chi li ha
acquistati. Si tratta delleserie
M, N, P e O.

Era un periodo in cui il nostro Paese sperimentava un’inflazionegaloppante
e questo aveva reso particolarmente costosi: l’ente al momento dell’emissione
su quel genere di buoni a rendimento garantito dava degli interessi pari al
tasso di inflazione di metà anni ’70, ovvero del 16% (sì leggete benesedici per cento).
rendimenti insomma oggi irraggiungibili da qualsiasi prodotto finanziario.
Proprio per sanare questo “errore
di previsione, i vari governi, negli anni, sono intervenuti con decreti che in
maniera retroattiva riportassero
gli interessi a tassi “normali”
(già nel 1986 l’inflazione
era tornata al 4,2% dunque i costi dell’operazione erano diventati evidenti).
Questo tipo di intervento in linea di principio salvava le Poste, che come
abbiamo accennato nel Codice Postale, difatti, siprevedeva che eventuali
modifiche degli interessi ad opera dello Stato avrebbero potuto influire anche
retroattivamente sulla quota pagata al termine del periodo di vincolo.
Ma è una di quelle clausole che i risparmiatori non digeriscono e attorno al
2000 partono i primi ricorsi.
 

Interessi d’oro sui
buoni fruttiferi, i risparmiatori hanno ragione

I risparmiatori che si
sono trovati tra le mani i buoni “d’oro” hanno fatto causa alle Poste e hanno
avuto ragione nella maggior parte dei casi. +

L’ultima sentenza è
dello scorso settembre[2]riconosce gli interessi applicando le
condizioni di calcolo originarie e permette al risparmiatore di incassare
titoli di credito al lordo della ritenuta fiscale, per un importo complessivo
di oltre 910 mila euro.
Oltre al danno la beffa, perchè a tale verdetto seguono anche le spese di
soccombenza per Poste italiane, quantificate in 15mila euro, cui aggiungere le
spese della consulenza tecnica d’ufficio servite al giudice per calcolare le
spettanze del risparmiatore.

Il giudice ha ripreso un
orientamento conosciuto in materia che già 10 anni fa era stato scelto dallaCassazionein sezioni riunite. In occasione di
una delle prime cause riguardanti il tema dei buoni adaltissimo rendimento,la suprema Corte prese difatti una
posizione chiara: “ilvincolo contrattualetra emittente e sottoscrittore
dei titoli si forma sulla base dei dati risultanti dal testo dei buoni di volta
in volta sottoscritti
[3].

 [1]Dpr
156/1973, come modificato dalla L.588/1974.

[2]Tribunale di
Cassino, Nrg 974/14 del 09.09.2016.
[3]Cass. sent. n. 13979/2007

 

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