venerdì, Maggio 3, 2024
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Cessione dei crediti d’imposta: Una toppa peggiore del buco!

Cessione dei crediti d’imposta: Una toppa peggiore del buco!

 

Il Direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, ha riferito, con qualche dettaglio in più, lo stato dell’arte riguardante il metodo perverso e truffaldino del “crediti di imposta” derivanti dal superbonus del 110% all’edilizia.

Al riguardo, ha riferito: “” Al 31 dicembre scorso, spiega, “le prime cessioni e gli sconti in fattura comunicati all’Agenzia attraverso l’apposita piattaforma sono stati quasi 4,8 milioni, per un controvalore complessivo di oltre 38,4 miliardi di euro”. Su questi numeri si è innestato il meccanismo fraudolento, “gravi irregolarità connesse alla creazione, anche da parte di organizzazioni criminali ramificate su tutto il territorio nazionale, di crediti d’imposta inesistenti per importi di vari miliardi di euro che, dopo articolate concatenazioni di cessioni a società e persone fisiche interposte, sono stati in parte monetizzati presso istituti di credito o altri intermediari finanziari”.

E in alcuni casi, “i proventi delle frodi sono stati veicolati all’estero”. Ruffini illustra la situazione nel dettaglio: la circolazione dei crediti d’imposta, “qualora attuata tramite una catena di cessioni particolarmente articolata e simulata con perizia, rende complesso per l’intermediario finanziario valutare, nell’esercizio dell’ordinaria diligenza professionale, la liceità dell’operazione, con il rischio di prendere parte involontariamente a condotte fraudolente, contigue anche al riciclaggio di denaro”.

Il pressing per la modifica della norma inserita nel decreto Sostegni-ter però rimane. Davanti alla stessa Commissione Bilancio del Senato che sta esaminando il provvedimento, i proprietari immobiliari di Confedilizia e gli artigiani riuniti in Cna, Confartigianato e Confapi hanno continuato a chiedere il ritorno alla possibilità di cessione multipla del credito per esorcizzare il blocco venutosi a creare immediatamente dopo l’approvazione della stretta. La palla passa ora al governo, che – tra ipotesi ‘bollino’ o operazioni permesse solo tra soggetti vigilati – dovrà trovare velocemente un giusto equilibrio tra lotta alle frodi e necessità dell’economia.””

Pratica operativa

Il passaggio su cui dobbiamo tutti soffermarci interessa quando il Direttore riferisce che””…. la circolazione dei crediti d’imposta, “qualora attuata tramite una catena di cessioni particolarmente articolata e simulata con perizia, rende complesso per l’intermediario finanziario valutare, nell’esercizio dell’ordinaria diligenza professionale, la liceità dell’operazione, con il rischio di prendere parte involontariamente a condotte fraudolente, contigue anche al riciclaggio di denaro”.

Dico subito che ridurre la cessione del credito ad un solo passaggio è stata una forma di debolezza da parte della Istituzione quando, anche senza volerlo, si è danneggiata l’economia sana per una corretta dinamica imprenditoriale. In pratica, lo Stato, incapace di ostacolare il perpetuarsi delle frodi, decide di interrompere il meccanismo di cessione dei crediti d’imposta. Per fare una equiparazione è come voler combattere le stragi del sabato sera inibendo la costruzione di autovetture.

Insomma, detto così, sembra che non ci sia rimedio al malaffare.

A mio avviso, non è così, non può essere così, laddove il ruolo della banca o del professionista coinvolto sia effettivamente svolto nell’interesse di una legalità diffusa e consapevole https://www.giovannifalcone.it/antiriciclaggio-tra-visto-di-conformita-verifica-di-cantiere/

Quando si scopre che le frodi fiscali di questi giorni hanno raggiunto una incidenza record del malaffare, registrando ex post la presenza di aziende non operative – liquidate o fallite da tempo – o la presenza di amministratori teste di legno – addirittura presi fra i percettori del reddito di cittadinanza, allora si comprende quanto poca o assente attenzione ci sia stata da parte dei soggetti obbligati agli adempimenti antiriciclaggio.

Avviare un rapporto con interlocutori che non si conoscono, deve rappresentare per la banca o per il professionista una sfida da vincere, attraverso controlli preliminari, mirati, in grado di superare “l’ordinaria diligenza professionale…”, di cui parla il Direttore dell’Ade, iniziando dalla “verifica di cantiere” volta a riscontrare l’esistenza di una struttura aziendale in termini di mezzi e personale in grado di fornire elementi certi sulla esistenza dell’attività economica (operatività dell’impresa altrimenti esistente solo sulla carta, opere edili già realizzate, amministratori qualificati).

Insomma, andare anche di poco oltre “l’ordinaria diligenza professionale…”  può e deve rappresentare il minimo sindacale per gli adempimenti antiriciclaggio richiesti a qualunque soggetto obbligato.

Chissà se si decidesse di reintrodurre la possibilità della “cessione dei crediti” con l’unica condizione di rendere estesa l’ipotesi della responsabilità amministrativa solidale ex art.6 della legge 689/81 in capo ai soggetti obbligati intervenute nelle transazioni – in primis banca e professionisti, ovvero la predisposizione di una “polizza assicurativa” in grado di garantire gli interessi della pubblica amministrazione.

A mali estremi, estremi rimedi!

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