giovedì, Maggio 2, 2024
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SE ESCO VIVO DALLA BARA: Disposizioni testamentarie irrevocabili

Questo è l’ultimo mio testamento olografo, prometto di non farne più e annullo gli antecedenti.

Credo spero ed amo Dio mio creatore e Redentore e spero che San Giuseppe, pel quale tanto ho speso e faticato in vita, voglia presentare la mia anima al trono della Misericordia del suo Figliuolo con un poco di amicizia e senza scherzi.

Istituisco erede universale mio nipote Albino fu Luigi, di tutta la proprietà stabile, instabile, mobili, fondi, denaro, diritti, azioni, terre, come mi appartengono se mi appartengono con la preghiera di essere sempre religioso e virtuoso e di rivolgere le sue attenzioni ogni tanto anche al mio San Giuseppe.

Io ho molto faticato e molto lucrato nella mia lunga vita sempre con l’aiuto di san Giuseppe, e se adesso lascio poco e piccole le mie proprietà è perché ho dato e beneficato sempre tutti i miei parenti, la mia cara Chiesa e la congrega di san Giuseppe. Non lascio legati, messe o funerali: il mio erede che mi ha amato e stimato in vita si ricorderà di me collà famiglia dopo la morte.

Voglio e pretendo solo che sia fatto quello che ho ben spiegato, e chiamo a testimone del mio desiderio la Misericordia, San Giuseppe e tutti i Santi oltre che la coscienza del mio erede e della mia beneficata famiglia. Dopo che la mia salma è stata esposta e prima di interrarla , nella bara speciale che mi sono fatto fare per l’occasione dovete mettere due litri di acqua minerale non gasata, un pacco di freselle[1], la dentiera, le pile magnum con le pile cariche e il iochitochi[2] per chiamare mio nipote nel caso che mi sveglio dalla morte apparente, come già mi è successo una volta mentre ero sul letto mortuario. Troverete tutto questo già preparato nel mio comodino.

Faccio poi obbligo a mio nipote erede universale, col quale abbiamo giù fatto tutte le prove, di rimanere sintonizzato con la mia salma interrata giorno e notte almeno per quarantotto ore.

Se mi sveglio e lo chiamo e lui non risponde gli mando l’anatema e nessuno potrà per questo condannarmi, nemmeno San Giuseppe. E se po esco vivo dalla bara gli tolgo l’eredità a lui e a san Giuseppe, così avranno più tempo per distrarsi.

Non ho altro da aggiungere se non baci e abbracci, e la speranza di lasciarci il più tardi possibile. Nella bara non dimenticate la dentiera a portata di mano.


[1] Pane scuro biscottato in forma di fette o di caratteristiche ciambelle

[2] Apparecchi radio rice trasmittenti (probabilmente allude ai walkie talkie)

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