sabato, Maggio 4, 2024
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STUDIO PROFESSIONALE & PRIVATA DIMORA: Mettere alla porta il cliente non è reato

Non commette reato il professionista che mette in malomodo alla porta il cliente che, dopo una discussione, si trattiene a studio contro la sua volonta’. Lo ha affermato la Corte di cassazione che, con la sentenza numero 3014 di oggi, ha annullato con rinvio la condanna emessa dalla Corte d’Appello di Torino nei confronti di un professionista che aveva letteralmente sbattuto fuori dalla porta una cliente che si tratteneva a studio contro la sua volonta’. La donna, che aveva urtato contro la porta, e quindi lo aveva denunciato per lesioni personali. Lui, in primo e in secondo grado, aveva incassato una condanna. A ribaltare completamente il verdetto ci ha pensato la Cassazione che ha annullato con rinvio ai giudici torinesi la condanna, mettendo sullo stesso piano la tutela dello studio rispetto alla privata dimora. Ma non solo. Secondo i giudici di merito l’uomo avrebbe dovuto chiamare l’autorita’ giudiziaria. Una tesi, questa, che non ha convinto i giudici di Piazza Cavour, secondo cui il requisito della possibilità di adire l\’autorità giudiziaria, non puo’ essere ritenuto sussistere ogni qualvolta si sia realizzata una situazione di fatto che risulti idonea -per le sue concrete modalità esecutive- ad ostacolare la tempestiva adozione del provvedimento di tutela da parte dell\’autorità stessa. In tale contesto quindi, la condotta di chi, trovandosi nell\’altrui abitazione, si rifiuta di ottemperare alla volontà espressa dal titolare dello jus excludendi, va apprezzata come comportamento, suscettibile di valutazione a sensi del capoverso dell\’art. 614 cod. pen., e la contestuale reazione dell\’avente diritto, ricorrendone le condizioni, ben può essere scriminata a sensi dell\’art. 51 o 52 cod. pen.. Né la circostanza che il luogo tutelato è uno “studio professionale” fa ad esso perdere la qualità di luogo non aperto indiscriminatamente al pubblico, e neppure priva il professionista stesso del diritto di escludere dall\’ingresso dei propri locali – o di invitare ad allontanarsene – le persone che egli ritenga di non ammettere, per qualunque motivo non contrario alla legge.

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