In una Sas ( società in accomandita
semplice) tra due coniugi, il coniuge socio accomodante ha la proprietà
dell’abitazione, dove vive la famiglia, sulla quale c’è da oltre 10 anni un fondo patrimoniale. Da
vari anni il coniuge socio accomandatario
ha prelevato dalla Sas, per le necessità di vita familiare, importi
superiori agli utili di esercizio, e questo ha prodotto un deficit
patrimoniale.
In caso di fallimento della Sas, può
essere escussa l’abitazione del coniuge accomandante?
L.M.- FIRENZE
R I S P O S T A
Nelle società
in accomandita semplice sono i soci accomandatari che rispondono, con il
patrimonio personale, per le obbligazioni sociali. I soci accomodanti,
viceversa, rispondono per le obbligazioni sociali solo nei limiti della quota
conferita, a condizione che non si intromettano nell’amministrazione della
società. Nel caso proposto dal lettore, l’abitazione di famiglia, pur essendo
inserita nel fondo patrimoniale, è comunque di proprietà dell’accomodante.
Pertanto, a parte la considerazione che, soprattutto in presenza di figli
minorenni, il fondo patrimoniale è praticamente inattaccabile, si deve ritenere
che nessun creditore della Sas possa promuovere azioni volte ad aggredire
l’immobile insito nel fondo stesso: In assenza di figli minorenni, anche solo
per evitare eventuali – ma infruttuosi – tentativi di aggressione, i coniugi
potrebbero decidere di sciogliere il fondo patrimoniale.
Da
” Il Sole 24 Ore ” del 21 luglio 2014
