In famiglia siamo quattro fratelli e
nostra madre, in comunione ereditaria. Un libretto postale, su cui da due anni
e mezzo viene accreditata la pensione di nostra madre, risulta cointestato a
lei e a uno dei fratelli.
Vorrei sapere se è possibile chiedere
conto della gestione e dei prelevamenti da parte del fratello cointestatario,
effettuati su tale libretto, ed eventualmente chiedere la restituzione delle
somme prelevate dal fratello cointestatario per spese personali. Preciso che il
fratello cointestatario ha già reclamato un “risarcimento” in quanto residente
e convivente con nostra madre anziana, comunque tuttora pressoché completamente
autosufficiente.
A. M. – TRENTO
R I S P O S T A
La madre del
lettore, in mancanza di un provvedimento giudiziario che limiti la sua capacità
di agire, può disporre delle proprie risorse (fatte salve le norme sulla
donazione in relazione alla successione legittima) e cointestare un conto
corrente; tale atto potrebbe essere considerato quale mandato ad amministrare i
redditi, la cui onestà è solo presunta e comunque dev’essere riferita alla
attività svolta. I crediti derivanti da un conto cointestato si presumono dei
contestatari in parti uguali, e la presunzione può essere vinta dimostrando
l’appartenenza a uno di essi.
Da questi principi possiamo dedurre
che al momento sia solo la madre a poter chiedere il rendiconto. Al fine di
evitare lunghe questioni in sede di eventuale successione, sarebbe opportuno un
accordo scritto che chiarisca la titolarità delle somme depositate e il ruolo
del cointestatario.
Nel caso in cui la madre non fosse
più in grado, a un certo punto, di prendere le proprie decisioni, sarebbe
opportuno ricorrere alla nomina di un amministratore di sostegno, il quale
avrebbe l’onere di rendere il conto della gestione in favore della madre, e non
potrebbe effettuare prelevamenti nel suo interesse.
DAL ” IL SOLE 24 ORE ” DEL 6 OTTOBRE 2014