venerdì, Maggio 3, 2024
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PREVIDENZA: Le opzioni del dirigente alle soglie della pensione

Sono un dirigente, nato nel 1954,
attualmente direttore amministrativo presso una società industriale; ad ottobre
2015 raggiungerò i 42 anni e 6 mesi di contributi necessari per il diritto alla
pensione anticipata. Ho anche una posizione previdenziale presso la gestione
separata Inps per contributi versati negli anni 1997 – 2001, in totale 21 mesi,
per attività di sindaco di Spa, altri 12 mesi nel 2010 per attività di
co.co.pro. essendo stato inoccupato come dipendente in quell’anno. Poiché vi è
la possibilità di continuare per altri 2/3 anni l’attività lavorativa, chiedo
se, anziché proseguire come dipendente, mi conviene lasciare al raggiungimento
del diritto alla pensione, svolgendo l’attività come co.co.pro., incrementando
così contributi nella gestione separata. Si tenga conto che sono ragioniere
commercialista è iscritto all’ordine, ma non alla cassa di previdenza dei
ragionieri commercialisti.

V. R. – TERAMO

R I S P O S T A

La questione
centrale è la verifica della convenienza a versare contributi nella gestione
separata attraverso la collaborazione a progetto. Ci sono due alternative
possibili:


maturare
una pensione autonoma nella gestione, cosa che avverrebbe con almeno 20 anni di
contributi, l’età anagrafica di 67 anni e 11 mesi (da compiere tra il 2020 e
2021 circa a seconda dell’andamento della speranza di vita) e un importo della
pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale;


maturare una pensione supplementare rispetto
alla pensione del Fondo pensioni lavoratori dipendenti che, però, presuppone
sempre la maturazione della predetta età anagrafica, senza però il requisito
minimo dell’importo della pensione (Inps, messaggio 219/2013).

Pertanto, il versamento dei
contributi nella gestione separata farebbe scattare una pensione non prima del
2020/2021. Va però detto che se l’attività da svolgere è riconducibile
all’attività professionale di ragioniere, i relativi redditi sarebbero attratti
nel regime dei redditi di lavoro autonomo (e non parasubordinato di
co.co.pro.), con conseguente possibile loro soggezione alla contribuzione alla
Cassa dei ragionieri a cui ci si dovrebbe iscrivere (agenzia Entrate, circolare
105/2001). In definitiva, c’è il rischio che la Cassa ragionieri pretenda i
contributi che si intendono versare alla gestione separata Inps.

DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL 27 OTTOBRE 2014

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