Al
raggiungimento di determinati requisiti anagrafici e/o contributivi le pubbliche
amministrazioni hanno l’obbligo o la facoltà di collocare in pensione il
personale in servizio. Per una dipendente della Pa con 41 anni e 10 mesi di
contributi e un’età anagrafica di 65 anni scatta il pensionamento d’ufficio?
G. M.– PIGNATARO MAGGIORE
R I S P O S T A
La
risposta è positiva. Al raggiungimento del limite ordina mentale (65 anni per
la generalità dei lavoratori salvo categorie particolari con requisiti più
elevati) la pubblica amministrazione deve
risolvere il rapporto di lavoro se il dipendente ha maturato – a
qualsiasi titolo – un diritto a pensione.
Tale
è la previsione di cui all’articolo 2, comma 5, del Dl 101/2013. ne deriva che
non è una facoltà, bensì un atto d’ufficio dovuto non discrezionale, nel caso
in argomento, se l’interessata fosse una donna, il collocamento a riposo è
corretto.
Nel
caso fosse un uomo, occorre verificare se alla data del 31 dicembre 2011 aveva
maturato la quota 96 con almeno 60 anni di età, 35 anni di contributi oltre ai
resti utili a perfezionare la quota. Dai dati forniti, la quota sembrerebbe
comunque perfezionata alla fine del 2011.
DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL
19 SETTEMBRE 2016
