LE ATROCITA’ DI UNA GUERRA DENUNCIATE DA UN BAMBINO
In ogni conflitto, quando si smette di parlare, di discutere e mediare e si comincia ad usare le armi, c’e’ la guerra.
In ogni guerra e quella appena partita in Turchia contro il popolo kurdo non fa eccezione, la prima vittima e’ la verita’.
Un popolo, quello kurdo[1], indispensabile a tutto il mondo occidentale quando si e’ trattato di combattere quella setta dell’ISIS – sigla intesa come lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria – oggi sembra trattato come un appestato che neessuno Stato occidentale riconosce, a cominciare dagli Stati Uniti d’America che hanno definito l’iniziativa turca come una “cattiva idea”.
La Turchia, membro della Nato e aspirante a far parte della Unione Europea, tentativo finora per fortuna fallito, ha pensato bene di risolvere un contenzioso .che dura da qualche secolo con una iniziativa militare.
Un bambino denuncia
Nel mezzo di una delle più grandi crisi umanitarie del terzo millennio, la frase di un bambino di 3 anni sta sconcertando tutti. Secondo la stampa internazionale, un bambino, di cui non è stata fornita alcuna identita, è stato gravemente ferito ed è morto pochi giorni per le gravi ferite riportate a seguito di un bombardaamento turco nel nosrd della Siria.
Qella che segue e’ la frase che avrebbe pronunciato al momento del momentaaneo salvataggio: “Quando morirò, dirò a Dio tutto”.
Questa frase, al pari di quel bambino morto affogato nel Mediterraneo durante una delle tante traversate della morte con la pagella scolastica cucita addosso,stordisce, emoziona e dovrebbe indurre a chiederci dove stiamo andando.
Dove stiamo andando?
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