Fca, fra Economia & politica: Giggino, salvaci tu!
L’economia è il nostro destino, soleva ripetere un famoso filosofo tedesco di cui ora mi sfugge il nome.
Se questa premessa appare condivisibile, in tempi di coronavirus, la stessa potrebbe rivelarsi fatale tanto per la nostra salute che per l’intera economia del sistema Paese.
Per la nostra salute leggendo giudizi estremi e radicali sulla vicenda da parte di molti cittadini che, spesso poco informati, parlano d’istinto, spesso senza riflettere.
Dico questo non perché io sia un pessimista, uno stato d’animo che ho deciso di rinviare a giorni migliori che certamente non mancheranno, spero a breve, ma leggendo alcune dichiarazioni di importanti soloni della politica a proposito degli aiuti economici, a garanzia pubblica, richiesti da Fca nel quadro del recente decreto liquidità n.23/2020.
La FCA – Fiat Group Automobile – è una multinazionale dell’auto che ha spostato la sede legale e fiscale tra Londra e Olanda, senza nulla togliere alla Fca Italy dove, grazie alla presenza di numerosi stabilimenti produttivi e diverse migliaia di dipendenti produce, vende e paga le tasse.
La Fca non è un Gruppo italiano o meglio, è anche italiano, ma è una multinazionale che produce auto in tutto il mondo. Ora, ragionando come Gruppo, al netto del benessere dei dipendenti, del rispetto della sicurezza e di un codice etico, avrà pure il diritto di scegliersi dove allocare la propria sede – legale e fiscale – anche per rispondere agli interessi di tanti risparmiatori che investono i loro soldi in termini di dividendo da distribuire?
Decreto liquidità
Lo Stato, per esigenze di sanità pubblica ha disposto la chiusura di siti produttivi e punti vendita (concessionarie) per circa due mesi. Per queste ragioni, l’azienda automobilistica tiene depositi pieni di invenduto e pertanto ha registrato un significativo calo di fatturato, in Italia come in tutto il mondo, di oltre il 90%.
Per queste ragioni, la Fca Italy, ha richiesto un finanziamento di circa 6,5 miliardi di euro ad Intesa San Paolo, con la garanzia pubblica del 70%, al fine di far riprendere l’attività anche attraverso la produzione di nuovi brend e modelli di auto.
Allo Stato, quindi, non ha chiesto un finanziamento bensì una mera garanzia sull’operazione di finanziamento che, considerato il merito creditizio e il livello di solvibilità della nota multinazionale automobilistica, non implica alcun costo per le nostre esauste casse pubbliche.
Perché chiede la “garanzia pubblica”?
La garanzia pubblica, così come succede in tutto il mondo imprenditoriale interessato a soddisfare una esigenza di liquidità, lo chiede per abbassare il rischio di sofferenza per la banca e quindi pagare meno interessi sul finanziamento.
Conclusioni
Leggere dichiarazioni da parte di autorevoli esponenti politici anche dell’attuale maggioranza di Governo del tipo:
“Pd e Azione ritengono inopportuna la concessione di prestiti garantiti dallo Stato a una società che ha scelto di portare la sede legale in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna. Il gruppo fa sapere che la somma sarà destinata esclusivamente alle attività italiane.”
Gli stesso soloni, rivolgendosi ad Fca, aggiungono Vuoi i finanziamenti? riporta la sede legale e fiscale in Italia!
A questo punto faccio mia la recente riflessione di Flavio Briatore che, a proposito dei nostri governanti ha detto: Il vero problema di questo Governo è che non c’è nessun imprenditore al suo interno. Infatti, se togliamo Luigi Di Maio che vendeva bibite allo Stadio San Paolo di Napoli non c’è altro!”
Con il ritorno del pessimismo che avevo deciso di rinviare a giorni migliori, aggiungo: Giggino salvaci tu!