lunedì, Aprile 29, 2024
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Covid-19: i Presidi delle scuole vogliono lo scudo penale!

Covid-19: i Presidi delle scuole vogliono lo scudo penale!

 

Quando il manager Colao, il capo della imponente commissione di esperti incaricato dal Governo di G. & G. (Giuseppi & Giggino) di elaborare una strategia di difesa, soprattutto economica, contro la pandemia sanitaria si rivolgeva ai datori di lavoro, alle imprese come motore dell’economia.

Infatti, quando nella tarda primavera scorsa consegnò le sue 102 idee per il rilancio dell’Italia, al primo capitolo “Imprese e lavoro, motore dell’economia”, ebbe a dire testuale:

“Per quanto riguarda gli interventi di urgenza, il Comitato propone la rimozione del contagio Covid-19 dalle responsabilità penali del datore di lavoro”.

Nei mesi scorsi, più volte ho parlato di questo tema, al pari della “manleva sul merito creditizio” che non ha mai visto la luce. Ne ho parlato per sottolineare la naturale, immotivata e surreale ostilità verso l’impresa connaturata alla vita di questo Governo.

Responsabilità presidi Covid-19

Se prima si parlava di impresa e lavoro, oggi si parla di “presidi e scuola” ma il tema è lo stesso quando assistiamo ad un braccio di ferro con il Governo per attenuare i profili penali per contagio da Covid-19. Infatti, uno dei tanti nodi che agita la riapertura delle scuola è la responsabilità, anche di natura penale, in capo al preside in caso di contagio a scuola. Il tema è oggetto di un serrato confronto tra Governo e associazione presidi: in caso di mancata attenuazione della responsabilità penale ci potrebbero essere gravi ripercussioni sulle riaperture delle scuole.

La domanda che mi pongo è: le aziende possono anche rimanere ferme e decidere di non riaprire ma le scuole?

Cosa farà la nostra coppia di Governo G. & G.? quale sarà la decisione finale?

Protocollo di sicurezza

Qualche solone in servizio permanente effettivo, di quelli che stanno a Roma e che studiano dalla mattina alla sera per trovare una soluzione per ciò che i comuni mortali devono fare, ha spesso ripetuto che l’imprenditore, il datore di lavoro che rispetta alla lettera il “protocollo di sicurezza” non ha nulla da temere.

In pratica, questi oracoli hanno detto che se viene osservato il protocollo di sicurezza convenuto con l’associazione di categoria come la sanificazione dei locali, il distanziamento sociale, l’uso della mascherina, i guanti nei luoghi di lavoro, ivi compresa per chi ci crede, anche la benedizione di Padre Pio, non si ha nulla da temere.

Questi soloni dimenticano che, una volta che l’Inail ha rubricato l’incidente da Covid-19 in “infortunio sul lavoro”, il dipendente contagiato – ancora non sappiamo né come e né dove – si trova nelle condizioni di sporgere una denuncia penale alla Procura della Repubblica per inosservanza delle norme di sicurezza.

Io datore di lavoro, anche con il protocollo di sicurezza in tasca mi devo presentare davanti al Giudice accompagnato da un avvocato, per perorare le mie ragioni.

Gli stessi soloni non sanno che, nel solo mese di maggio u.s., vi sono state 47mila denunce della specie.

Allora, con questi chiari di luna cosa ci dobbiamo aspettare: le apriamo le scuole per mandare i nostri figli a scuola, le apriamo le aziende per non vedere una montagna di disoccupati in circolazione?

Signori del Governo, signori soloni mettetevi una mano sulla coscienza e rispondete, grazie!

 

 

 

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