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BpB: I Commissari minacciano!

BpB: I Commissari minacciano!

 

Nel mentre si attende la nomina di un Consiglio di amministrazione per consentire alla Banca Popolare di Bari di riprendere un percorso normale, virtuoso e di serietà per cercare di far dimenticare l’esperienza “Jacobini”, i due Commissari, di nomina Bankit, fanno sapere di essere intenzionati a perseguire anche una società di revisione: PriceWaterhouse.

Stiamo parlando della PricewaterhouseCoopers (nome commerciale PwC) è un network internazionale, operativo in 158 Paesi, che fornisce servizi di consulenza di direzione e strategica, revisione di bilancio e consulenza legale e fiscale.

Stiamo parlando di una società che per diversi anni ha “revisionato” bilanci di esercizio che, secondo le accuse della magistratura barese sarebbero completamente falsi, occultando ripetute e gravissime perdite patrimoniali della stessa banca.

Stiamo parlando di quelle scritture contabili per le quali, sia Marco che Gianluca Jacobini (padre e figlio), stanno scontando una misura cautelare.

Stiamo parlando di un amministratore particolare, un banchiere che governava la banca con lo sguardo: https://www.giovannifalcone.it/bpb-un-banchiere-che-governava-la-banca-con-lo-sguardo/ .

Stiamo parlando di un grande, di uno ben conosciuto anche da chi scrive, essendo stato un suo dipendente per una decina di anni.

Società di revisione

Se le accuse formulate dalla Procura della Repubblica di Bari circa la reiterata falsità dei bilanci, finalizzati ad occultare le perdite – a cominciare dalle tante sofferenze provocate dai crediti allegri o senza garanzia concessi negli anni – e che hanno determinato il tracollo, il dissesto fino al fallimento dell’istituto di creditoè giusto che anche la società di revisione paghi, tanto sotto il profilo penale che amministrativo.

Una strada del genere, per quanto tortuosa, dovendo provare accuse di questa portata, potrebbero indurre società omologhe che fanno lo stesso lavoro – Deloitte, Ernst Young, Kpmg, EY etc. – che decidono come e quando far piovere o nevicare.

Ma a dirla tutta, potrebbe essere anche un importante segnale per tanti organismi di controllo, forse anche istituzionali come la Banca d’Italia o la Consob che, quando intervengono, i buoi sono già scappati e non si capisce mai dove stanno le responsabilità.

Non parliamo poi dei Collegi sindacali, degli Audit od Organismi di controllo vari addetti alle verifiche interne che non vedono mai niente, lasciando agli amministratori assoluta libertà ed autonomia a gestire il malaffare.

Parlare così può sembrare eccessivo, quasi a voler infierire contro l’immagine e l’importanza degli organi di controllo, quasi a voler uccidere un uomo morto.

Vi assicuro che non è così perché quello che dico vuole essere una riflessione di buon senso, finanche ovvia di fronte agli accadimenti di scandali e truffe finanziarie, registrate ciclicamente negli ultimi venti anni a cominciare dallo scandalo Parmalat degli inizi degli anni duemila.

Commissioni parlamentari

I tanti scandali registrati a cominciare dalle banche che falliscono per tante ragioni, ha costretto il Parlamento nazionale (anche della passata legislatura) a nominare delle Commissioni apposite presieduta da Carla Ruocco. Preceduta dall’omologa di Pierferdinando Casini).

Secondo le indagini dell’autorità giudiziaria le banche sono fallite, significando che non hanno trovato i soldi da restituire ai risparmiatori truffati, per le seguenti ragioni:

  • Crediti allegri e senza garanzie “a babbo morto” che non sono mai rientrati, determinando montagne di sofferenze, nel mentre in bilancio venivano indicati come crediti, allungando in tal modo l’agonia degli istituti bancari;
  • Compensi lunari agli amministratori di svariati milioni di euro, contribuendo a dilapidare lo stato patrimoniale;
  • Dividendi gonfiati ai soci, facendo credere che c’era il sole mentre stava nevicando.

Tutto questo non lo accertava la società di revisione o gli organi Istituzionali ovvero gli organismi di controllo interno, perché avevano menomazioni strutturali, causa assenza “cultura del controllo”.

Tutto questo, veniva accertato dalla Banca Centrale Europea, attraverso i cc.dd. stress test, finalizzati alla verifica della solidità patrimoniale degli Istituti bancari. Solo così si è potuto capire qualcosa e la frittata è stata servita: milioni di risparmiatori sul lastrico, vite distrutte.

Nel frattempo si concludeva la diagnosi delle “Commissioni parlamentari” che ci hanno dato la terapia:

“Per non vivere in futuro disastri del genere bisogna cambiare le regole e poi bisogna migliorare la cultura finanziaria dei nostri concittadini. Sono tutti dei buontemponi  che si sono fidati delle banche senza distinguere la differenze fra le azioni o le obbligazioni, addirittura quelle subordinate”.

Dei veri caproni, incapaci di intendere e di volere.

Dei controlli omessi, delle collusioni o addirittura commistioni ad ogni livello niente, tutti muti.

Intanto è arrivato il Covid-19, altri problemi, il mondo deve andare avanti e la giostra ha ripreso a girare!

 

 

 

 

 

 

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