martedì, Aprile 30, 2024
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Iccrea: Direttore generale in audizione in Parlamento!

Iccrea: Direttore generale in audizione in Parlamento!

 

Il Direttore generale del Gruppo bancario cooperativo Iccrea Mauro Pastore, è stato recentemente audito in Parlamento, dove ha trovato il modo per evidenziare la “Policy del gruppo in ordine alla gestione di rapporti riguardanti le attività di operatori del settore giochi ritenuto ad alto rischio riciclaggio”.

In pratica, restando all’operatività posta in essere dal settore economico in discorso, ha sottolineato la grande novità di sostanziale ostilità per l’apertura di nuovi rapporti ovvero di chiusura per quelli esistenti1.

La posizione era già nota e operativa da tempo nella vita delle filiali appartenenti al Gruppo Iccrea e più volte ho avuto occasione di parlarne, stigmatizzando per quel che serve, tale modus operandi che, in ogni caso, non aiuta in alcun modo a ridurre i problemi ma solo ad occultarli – Risultati della ricerca per “giochi e scommesse” (giovannifalcone.it) .

Pratica operativa

Se avessi la possibilità di scambiare qualche opinione ovvero di suggerire un modus operandi di un qualche interesse per il Gruppo bancario e per la stessa Istituzione, direi subito, a scanso di equivoci che, invece di interrompere i rapporti con il settore economico in discorso – giochi & scommesse – per un presunto alto rischio di riciclaggio, una banca che ragiona così, farebbe prima e meglio a cambiare mestiere quale unico modo per azzerare ogni rischio di sorta.

Perché dico questo?

Di fronte ad un operatore economico di tal fatta, inserito in una corretta dinamica imprenditoriale che paga le tasse all’Erario, gli emolumenti ed i contributi previdenziali ai dipendenti e che contribuisce a sostenere il Pil nazionale, senza alcuna valida e plausibile o ragionevole motivazione deve vedersi cacciato da un intermediario finanziario che pure agisce, nel quadro di assoluta autonomia.
Ciò detto, per situazioni della specie ovvero per tutte quelle attività che pure vengono indicate a “rischio alto” (con conseguente Avr) nella famosa Circolare Bankit del 30 luglio 2019 – pensiamo al supermercato o al distributore di carburanti – che scontano la malaugurata sorte di movimentare un “contante significativo”, bisogna intercettare gli alert necessari per isolare il malaffare.

L’approccio basato sul rischio e la verifica in concreto delle operazioni registrate sul conto deve essere il vero discrimine che non può ridursi, come ahimè invece spesso avviene, sulla mera tipologia di attività economica svolta.
Insomma, pensare che l’unico modo per non correre rischi sia quello di abbassare la saracinesca e non aprire la filiale (cacciando i clienti a prescindere), equivale a quello che non esce di casa per non correre il rischio di essere investito da una macchina!

In pratica, come la banca rinuncia a svolgere ad esercitare il proprio ruolo nella economia di una società, così il Pinco Pallo decide di rinunciare a vivere e, per non correre rischi rimane in pantofole e non esce di casa.
Intanto, così è se vi pare!

Conclusioni

Fare antiriciclaggio per salvaguardare la propria reputazione ovvero scongiurare rischi sanzionatori significa comprendere bene di cosa parliamo, riuscire a leggere le transazioni registrate e distinguere l’operatività del rapporto di conto. Questo evidentemente, deve valere per il settore di “gioco & scommesse” come quello di qualunque altro, verificando la reale esistenza dell’attività economica e la coerenza delle operazioni poste in essere, in relazione all’attività economica dichiarata.

Per fare questo bisogna partire dall’istituzione delle scritture contabili, dal deposito dei bilanci, dall’esistenza di un conto aziendale, dalla verifica dell’apporto dei capitali dei soci fondatori, dalle fideiussioni prestate a favore dell’Erario o dei Monopoli e la esatta individuazione del Titolare effettivo, accompagnate dalla verifica di cantiere e dalla corretta registrazione, trasparenza e tracciabilità delle operazioni economiche poste in essere.

Tutto quanto, deve anche passare dall’assoluta disponibilità dell’operatore economico a fugare ogni dubbio, circa l’origine e la destinazione delle risorse, anche acquisendo, sia pure a scandaglio, fatture, contratti o corrispondenza commerciale di ogni genere.

Il compito nostro, il compito dei soggetti obbligati alla c.d. collaborazione attiva nell’azione di contrasto al riciclaggio di denaro sporco, è e rimane quello di isolare il malaffare e non certo quello di cacciare i clienti che, per partito preso si assume facenti parte di sodalizi criminali esistenti solo nella testa del management di un intermediario finanziario!

==========

1 Audizione banche in Parlamento, ICCREA: “Policy del gruppo prevede no ad apertura nuovi conti e chiusura esistenti ad operatori giochi per alto rischio riciclaggio”Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco – AGIMEG – AGIMEG

Nota & annota!

L’adeguata verifica della clientela parte dal principio di proporzionalità e dall’approccio basato sul rischio cui nessun soggetto obbligato può prescindere.
Nel definire la policy antiriciclaggio, bisogna partire di qua per leggere le istruzioni Bankit di cui alla Circolare del 30 luglio 2019, riguardante le “Disposizioni in materia di adeguata verifica della clientela per il contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo”.
Rovesciare tali istruzioni e partire dal “Rischio alto” (sub allegato 2), significa invertire l’ordine delle priorità provocando danni al sistema della intermediazione finanziaria senza nulla aggiungere all’azione di contrasto al malaffare!

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