domenica, Maggio 19, 2024
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Risparmio degli italiani: A caccia di tutela!

Risparmio degli italiani: A caccia di tutela!

Sta diventando un crescendo, un fuoco incrociato verso tutti i risparmiatori senza alcuna distinzione, per muovere le ingenti risorse accumulati sui conti dormienti. Tecnicamente, sono comportamenti abbastanza naturali e prevedibili, dove si cerca di mettere in contatto il capitale e l’impresa, creando quella necessaria sinergia in grado di produrre ricchezza. A questo connubio, è mancato spesso il controllo necessario da parte della Istituzione, per assicurare la corretta osservanza delle norme da parte dei soggetti contraenti – banca e risparmiatore – disallineate e funzionali a progetti criminali di malversazione continuata in danno della parte più debole del rapporto.

Qualche mese addietro ha iniziato l’amministratore della più importante banca nazionale qual é Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, in occasione di un incontro per una tavola rotonda al 2° Congresso nazionale della First Cisl, dove ha lanciato l’idea di convogliare il risparmio delle famiglie in investimenti utili alla crescita delle imprese”.

Ne ho parlato con questo articolo: https://www.giovannifalcone.it/risparmio-impresa-idee-in-liberta/

La 12° Edizione del Salone del risparmio è stata una ulteriore occasione per ricordare l’importanza degli investimenti da parte dei privati, azionari ed obbligazionari secondo la personale esperienza e propensione al rischio.

Mutuando quanto affermato da un famoso economista tedesco di cui mi sfugge il nome, quando disse che “L’economia è il nostro destino”, non vi è alcun dubbio che tenere risorse finanziarie ferme, a dormire sui conti correnti, è antieconomico e contro natura.

Investire risorse private per l’acquisto di “azioni”, significa acquistare una quota parte di quell’asset patrimoniale e pertanto, significa credere molto nel potenziale di crescita di quella determinata azienda.
Investire invece in “obbligazioni”, significa prestare dei soldi a qualcuno nella convinzione che, anche se la situazione dovesse peggiorare, magari non guadagnerò niente o comunque molto meno del previsto, ma rimarrò relativamente tranquillo di recuperare il capitale investito (pensiamo alla liquidazione del Fantozzi qualunque dopo 40 anni nella pa).
Tutto questo succede se gli attori intervenuti giocano tutti a carte scoperte.
Negli ultimi anni, ahimè, non è stato così o comunque non è stato sempre così, ed i risparmiatori se ne sono accorti!

Tutela del risparmio

Quello che può sembrare ovvio, scontato, posto il dettato costituzionale dell’art.47, laddove si afferma che la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, peraltro frequentemente richiamato dallo scrivente in numerosi interventi, spesso fino alla noia, non può e non deve lasciarci indifferenti al problema.

Questo lo dico perché, fuor di metafora e uscendo dalle belle parole che ascoltiamo continuamente circa la difesa del risparmio in quanto tale, si rimane abbastanza perplessi quando, di fronte alla quotidianità, al problema reale, il comportamento delle Istituzioni tradisce tutte le aspettative che il popolo retail si aspetta.

Infatti, se ricordiamo l’esempio di un caso abbastanza recente riguardante la compravendita di diamanti per il tramite del circuito bancario nazionale, la stessa Banca d’Italia, a scandalo scoppiato, ha svolto una difesa d’ufficio, dicendo che non aveva alcuna competenza in termini di controllo sulla vicenda.

In proposito, testualmente, la Banca d’Italia, ha detto: “

La segnalazione alla clientela della possibilità di effettuare operazioni di compravendita di diamanti con società specializzate attraverso il canale bancario non è un’attività finanziaria; pertanto, a essa non si applicano né le disposizioni né i controlli previsti dal testo unico bancario in materia di trasparenza e correttezza. La Banca d’Italia – come la Banca Centrale Europea (BCE), che ha diretta responsabilità di vigilanza sugli intermediari finanziari di grandi dimensioni – non ha dunque strumenti di controllo in quest’ambito.”

Insomma, a voler tradurre quanto affermato dalla Banca d’Italia si può dire: “Non c’ero, o se c’ero dormivo”

Ne ho parlato più ampiamente qui: https://www.giovannifalcone.it/banca-ditalia-difesa-dufficio/

Conclusioni

Dopo gli accadimenti degli ultimi anni, caratterizzati da falsi, appropriazioni indebite e malversazioni ripetute, di cui ancora oggi l’Autorità giudiziaria si sta occupando, dovremmo tutti caldeggiare l’importanza della “tutela del risparmio in tutte le sue forme”, sia se parliamo di diamanti che di cripto valute, trattandosi di investimenti a prescindere.

Auspicare gli investimenti senza alcun riferimento ai doveri che l’Istituzione deve osservare nella salvaguardia e la difesa dell’anello più debole della catena, cioè il risparmiatore, significa non aver compreso a sufficienza la gravità dei fatti di causa.

Insomma, una maggiore garanzia, almeno per gli investimenti obbligazionari, non solo dovrebbe essere dovuta ma addirittura scontata.

La verifica della solidità patrimoniale delle società che chiedono liquidità al mercato deve essere garantita da qualcuno, possibilmente senza aspettare, se l’esperienza più recente deve servire a qualcosa, gli stress test della Banca Centrale Europea.

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