Una dipendente di banca, per motivi
personali, forse dovrà entrare nella compagine sociale di una Sas della sua
famiglia. Occorre chiedere una preventiva autorizzazione al datore di lavoro o
basta effettuare una comunicazione ? Ci sono delle differenze a seconda della
diversa figura di socio ( accomandante o accomandatario ) ?
L. D. – ANCONA
R I S P O S T A
L’articolo 38
del Ccnl del Credito, tra l’altro, dispone che al personale è vietato in
particolare :
a ) prestare a terzi la propria
opera, salvo preventiva autorizzazione dell’impresa, o svolgere attività
comunque contraria agli interessi dell’impresa stessa o incompatibile con i
doveri di ufficio;
b ) accettare nomine o incarichi che
comportino funzioni non compatibili con la posizione di lavoratore /
lavoratrice bancario, ivi compresa la partecipazione, a qualunque titolo, a
organismi collegiali tributari, comunque denominati, nei casi in cui tale
partecipazione non sia obbligatoria per legge.
Ne consegue che la lettrice deve
anzitutto informare il datore di lavoro al fine di essere autorizzata, fermo
restando che vige in ogni caso la previsione
secondo cui eventuali incarichi societari dovranno risultare compatibili
con i suoi attuali impegni di dipendente bancario.
Inoltre, è sempre esclusa la
possibilità di svolgere mansioni anche solo in potenziale concorrenza con
l’attività del datore di lavoro.
Per quanto concerne, infine, la
differenza tra socio accomandatario e quello accomandante, a norma del Codice
civile, sinteticamente si evidenzia che il primo ha compiti di amministrazione
della società ( articolo 2318 ) e responsabilità solidale illimitata ( articolo
2313 ), mentre quello accomandante, avendo conferito solo beni o servizi,
risponde limitatamente alla quota conferita e non può svolgere attività di
amministrazione, salvo, in presenza di specifiche previsioni statutarie, il
fatto che può assolvere a taluni incarichi ( articolo 2330 ).
DA ” IL SOLE 24 ORE ” DEL 7 LUGLIO 2014
