giovedì, Maggio 2, 2024
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AGRICOLTURA: Il pensionato della PA può essere coltivatore diretto

AGRICOLTURA: Il pensionato della PA può essere coltivatore diretto

 

Un parente mi darebbe in gestione la sua azienda agricola a patto che io risulti iscritto come coltivatore diretto.
Ho 65 anni e sono pensionato, ex dipendente della pubblica amministrazione.
Posso essere iscritto come coltivatore diretto? Dovrei pagare i contributi agricoli? 

C. C. – PAVIA 

R I S P O S T A 

Per coltivatore diretto s’intende l’imprenditore agricolo che si dedica direttamente e abitualmente alla manuale coltivazione dei terreni, in qualità di proprietario, affittuario, usufruttuario, enfiteuta, e/o all’allevamento del bestiame e attività connesse. La qualifica di coltivatore diretto non è incompatibile con quella di pensionato. Per ottenerla, è necessario essere in possesso di determinati requisiti soggettivi ed oggettivi. 

In particolare, il coltivatore diretto deve contribuire, con il lavoro proprio e della propria famiglia, ad almeno un terzo del fabbisogno lavorativo aziendale, con un numero di giornate annue non inferiore a 104. L’attività, inoltre, dev’essere svolta con abitualità e prevalenza per impegno lavorativo e reddito ricavato. Secondo l’articolo 2 della legge 9/1963, il requisito dell’abitualità sussiste quando l’attività sia svolta in modo esclusivo o prevalente, intendendo per attività prevalente quella che occupa il lavoratore per il maggior periodo di tempo nell’anno e costituisce la maggior fonte di reddito. 

Il coltivatore diretto è tenuto a versare i contributi Inps, a norma dell’articolo 7 della legge 233/90. La contribuzione si determina moltiplicando il reddito medio convenzionale (determinato con decreto del direttore generale per le politiche previdenziali del ministero del Lavoro e delle politiche sociali) per il numero di giornate indicate nella tabella D allegata alla legge 2 agosto 1990, n.233, in corrispondenza della fascia di reddito convenzionale in cui è inserita l’azienda, e applicando al
risultato le aliquote percentuali prestabilite. Infine, il proprietario di un fondo rustico che affitta il proprio terreno non ha alcun beneficio se l’affittuario è coltivatore diretto. 

DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL18 MAGGIO 2015

 

 

 

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