“Modello
231” ed Enti no profit alla luce della recente riforma del terzo settore e
degli orientamenti dell\’ANAC
L’importanza dei controlli interni anche nell’ambito degli enti
appartenenti al c.d. “terzo settore” è pienamente compresa dal legislatore che,
con la recente legge 6 giugno 2016, n. 106, nel delegare il Governo per la
riforma dell’intero comparto, enuncia tra i principi e i criteri direttivi
anche quello inerente alla necessità di disciplinare gli obblighi di controllo
interno, di rendicontazione, di trasparenza e d’informazione, tenuto conto di
quanto previsto dal d.lgs. 231/2001. Nell’attuazione della delega, non potrà
trascurarsi la circostanza che l’Autorità Nazionale Anticorruzione si è già
pronunciata sull’argomento, stabilendo un vero e proprio obbligo di adozione
del “modello 231” per gli enti del terzo settore affidatari di servizi sociali.
Muovendo dall’analisi del descritto orientamento, nel presente
documento si formulano alcune considerazioni sul concetto di obbligatorietà del
modello organizzativo e sulla prassi, ormai invalsa, di imporne l’adozione
mediante strumenti diversi dalla legge, posto che quest’ultima pone piuttosto
la questione in termini di facoltatività.
Fonte:
Federazione Nazionale Commercialisti