In un condominio, con sette
appartamenti e cinque proprietari, c’è un amministratore “professionista”. I
condomini non vogliono più questo soggetto, né intendono nominare
amministratore un condomino esterno, inoltre vogliono che venga cancellato il
codice fiscale del condominio. Possono essere esaudite le richieste dei condomini?
F.P. – CATANIA
R I S P O S T A
L legge di riforma del condominio ( legge
220/2012,entrata in vigore il 18 giugno 2013) ha innalzato a otto il numero
minimo di condòmini per la nomina obbligatoria dell’amministratore.
Ciò non significa, peraltro,che
svaniscano gli obblighi anche fiscali del condominio. Si cita ad esempio il
pagamento delle ritenute d’acconto e, quindi, la necessità di presentare il
modello 770 per la dichiarazione dei redditi. Posto ciò, il codice fiscale del
condominio rimane obbligatorio, anche in assenza di amministratore.
Detto ciò, nella situazione
descritta, il condominio può anche non avere un amministratore,nel caso si
decidesse invece di mantenere questa figura,la legge stabilisce che,per
svolgere le funzioni di amministratore,è necessaria una serie di requisiti e di
adempimenti, anche relativi alla formazione,elencati in particolare
dall’articolo 71- bis delle disposizioni di attuazione del Codice civile.
Perciò, nel caso (diverso da quello
illustrato nel quesito) che i condòmini intendano nominare amministratore uno
di loro, essi potranno farlo, ma il prescelto dovrà avere il diploma di scuola
secondaria di secondo grado, e dovrà seguire corsi di formazione, sia iniziale
che periodica, in materia di amministrazione di condominio.
Da “Il Sole 24 Ore” del 21 luglio
2014
