DECRETO AMBIENTE E CLIMA: CACCIA AL CONSENSO DI UN GOVERNO DISTRATTO
Con l’approvazione del Decreto presentato dal Ministro Costa – gia’ Generale dei Carabinieri con una lunga esperienza nella teerra dei fuochi in Campania – riguardante la lotta per il miglioramento dell’ambiente e la qualita’ dell’aria si ha l’impressione che questo nuovo Governo stia dando l’impressione di esistere, di respirare, di sopravvivere.
Con il Decreto “clima e ambiente” si e’ pensato agli ecobonus scolastici, ai fondi per la creazione di punti vendita di prodotti alla spina e la lotta contro le discariche abusive. Un’attenzione particolare e’ stata riservata inoltre alle aree metropolitane con più traffico, attraverso la previsione di un buono di 1.500 euro per la rottamazione delle automobili Euro3, per i motocicli Euro2 ed Euro 3 invece il bonus è di 500 euro. Per rottamare veicoli obsoleti con le citate caratteristiche inquinanti c’è tempo fino al 31 dicembre 2019. Nelle citate aree, sempre per facilitare gli spostamenti urbani di tanti “fantozzi” che la mattina utilizzano i mezzi pubblici per andare al lavoro si e’ anche pensato di stanziare 255 milioni di euro per favorire l’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico o di
biciclette con pedalata assistita a chi risiede nei Comuni dove il tasso di smog supera i limiti consentiti.
Sono un utente della “pedalata assistita” da oltre dieci anni e quindi condivido molto l’iniziativa anche se, ad onor del vero, temo una tassa se gli utenti si moltiplicheranno.
Sul versante del trasporto scolastico, il testo della riforma vuole promuovere i mezzi sostenibili, quindi i veicoli a basse emissioni, ibridi o elettrici per gli scuolabus della scuola d’infanzia, primaria e secondaria.
Il decreto prevede anche un progetto di riforestazione delle città metropolitane dove le aree verdi scarseggiano .
Clima e ambiente
Ho esordito con il titolo di un Governo “distratto che cerca solo il consenso” e cerco di spiegarne la ragione.
Se la cura dell’ambiente mira a migliorare la vita delle persone come e’ logico supporlo, mi chiedo per quale accidenti di ragione si e’ definanziato il grandissimo progetto nato nel 2015, grazie ad una brillante intuizione del neo senatore Renzo Piano e riguardante il RAMMENDO DELLE PERIFERIE E PIANO CASA?
Un progetto questo, spalmato in oltre mezzo secolo, prevedeva un investimento annuo di 2,5 miliardi, sopravvissuto fino al 2018 e cancellato nella finanziaria dell’anno in corso dal precedente Governo del cambiamento.
L’obiettivo era quello di ridurre drasticamente il grande disagio e degrado delle periferie delle grandi metropoli nazionali (Milano, Roma,Napoli, Palermo etc.), creando strutture urbanistiche con annessi servizi e luoghi di aggregazione sociale e, nello stesso tempo, studiare delle soluzioni per mettere in sicurezza sismica il patrimonio edilizio nazionale.
Un progetto ambiziosissimo, visto che il nostro Paese spende il triplo nei soccorsi nelle aree terremotate, con danni economici e umani enormi in confronto al resto del mondo, per effetto di un’assoluta assenza di prevenzione.
Quale altro modo ha un Paese per crescere e per credere nel futuro se non quello di aiutare le fasce piu’ deboli della popolazione, notoriamente allocate proprio nelle periferie?
Una volta tanto, si riuscira’ a parlare la stessa lingua fra il Palazzo e la periferia dove il disagio nasce, vive e vegeta nel disinteresse di tutti?
Dove, se non nelle periferie, si trovano “gli ultimi” senza volto e senza voce?
Malgrado tutto nutro ancora qualche speranza che la politica rinsavisca: sono un ottimista a prescindere!