domenica, Aprile 28, 2024
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La Bce avverte: «I maxi-prestiti alle banche non vadano per dividendi e bonus manager»

La Bce avverte: «I maxi-prestiti alle banche non vadano per dividendi e bonus manager»

 

Nei recenti fallimenti bancari che tanto danno hanno provocato ai risparmiatori, mettendo anche in dubbio la stessa reputazione dell’intero sistema creditizio, i vari banchieri, hanno pensato molto alla loro sopravvivenza e poco, quasi niente, alla solidità patrimoniale degli istituti di credito.

Quello che dico è stato certificato nel 2015 dagli stress test (verifica della solidità patrimoniale), disposti dalla Banca Centrale Europea nei confronti del sistema creditizio dell’intera Europa.

L’operazione ha consentito di verificare e scoprire falsi in bilancio ripetuti a go gò a decorrere dal 2010, annotando crediti inesigibili, deteriorati, praticamente morti nell’attivo dello stato patrimoniale. Così facendo, i signori banchieri, non sono stati obbligati a fare accantonamenti a riserva di utili di bilancio e con questo, si sono potuti assicurare compensi lunari per svariati anni.

Bisogna dire cha non hanno pensato solo per loro, avendo distribuito ai soci dividendi gonfiati, praticamente falsi, dilapidando gran parte dei risparmi degli italiani che in quegli istituti di credito avevano creduto, allocando spesso la liquidazione di 40 anni di lavoro.

Un disastro a scena aperta, senza precedenti e tutto all’ombra del sistema dei controlli – interno ed istituzionale della Consob e della Banca d’Italia – che non ha mai funzionato e che la magistratura è chiamata oggi a valutarne eventuali profili di responsabilità.

L’ammonizione della Bce

Dopo l’esperienza vissuta dei bilanci falsi, oggi la Banca Centrale Europea ammonisce: I maxi prestiti programmati per le banche non vadano per dividendi e bonus ai manager.

Orbene, se la natura umana non è cambiata, non si capisce perché il management di oggi dovrebbe essere migliore e più virtuoso del precedente.

E allora, non perdiamoci in chiacchiere inutili e cerchiamo di applicare, una volta tanto, il dettato costituzionale dell’articolo 47 che, voglio ricordarlo recita: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito.”

Se fino ad oggi questo non è stato fatto da parte dello Stato, consentendo per anni l’esercizio del credito baciato – estorcendo risorse finanziarie all’economia sana, obbligando gli imprenditori ad acquistare obbligazioni emesse dalle stesse banche dagli affidamenti concessi – oppure credito allegro, a babbo morto e senza garanzie, facciamo vedere che c’è qualcuno che “nota & annota”.

Facciamo vedere che le regole esistono, basta fare in modo che vengano rispettate, possibilmente un minuto prima del disastro, un minuto prima che arrivi la magistratura!

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