Azione di Governo: L’ideologia al potere!
Senza la presunzione di riuscire a spiegare i sette sistemi, voglio fare un tentativo per spiegare il grave momento storico che stiamo attraversando, anche grazie alla pavidità di un Governo, assolutamente incapace di affrontare i problemi ed intriso di una ideologia che non guarda ai problemi del Paese.
Preliminarmente, a chi vede nel Governo Conte – passato e presente – il salvatore della patria, vorrei ricordare che per tenere in piedi il sistema Paese, pur con una evidente ostilità verso l’impresa, nell’ultimo semestre, per rispondere alla grave pandemia sanitaria ancora in atto, sono stati spesi circa cento miliardi.
Parliamo di tre finanziarie, messe in campo per far fronte ad una serie di problemi contingenti che ha ampliato in misura significativa il debito pubblico, facendoci prestare i soldi dai nostri figli e forse anche dai nostri nipoti che devono ancora nascere.
Con tale ingente risorsa, oltre a bonus di vario genere, è stata assicurata la “cassa integrazione in deroga” a milioni di lavoratori che altrimenti, sarebbero stati licenziati per mancanza di commesse e di lavoro, anche provocato dal blocco produttivo della primavera scorsa.
Prima di fare cenno ai temi veri di cui pochi o nessuno parla, voglio anche ricordare che questo Governo, almeno fino a dicembre 2020 ha vietato i licenziamenti dicendo agli imprenditori: “Fino a quando i vostri dipendenti li pago io con la Cig, sono inibiti i licenziamenti.”
Non oso immaginare il dramma sociale che dovremo affrontare dal primo gennaio dell’anno prossimo, convinti come siamo che la cassa integrazione non potrà essere eterna.
In assenza di lavoro e se le aziende non riapriranno tornando a produrre, i licenziamenti fioccheranno nel mentre il gradimento per il nostro Premier è in continua ascesa, con un gradimento di oltre il 60%.
Crescita e lavoro
I politici di ogni colore, non mancano di evidenziare la necessità di fare investimenti pubblici e creare lavoro.
Questa è la teoria, la pratica è un’altra che cerco di spiegarla facendo degli esempi pratici:
- Con il Decreto liquidità n.23/2020, il Premier Conte, attraverso una conferenza stampa, ha presentato l’iniziativa come una “bazooka per l’economia”, mettendo sul piatto 400 miliardi di euro, per finanziare le famiglie ed imprese dopo oltre due mesi di blocco della produzione.
In pratica, lo Stato, on il provvedimento in discorso, ha chiesto alle banche di attivare dei canali d finanziamento “a garanza pubblica” (prestiti da restituire in dieci anni con tassi particolarmente vantaggiosi).
L’operazione non è decollata perché le banche hanno chiesto “la manleva sul merito creditizio” che il Governo di G. & G. (Giuseppi & Giggino) non ha mai dato.
Per dare un senso a ciò che dico, voglio ricordare l’allarme lanciato sabato scorso sulle pagine di Plus24 del Sole 24 Ore dove un professionista, cliente da 40 anni della Bpm, a 5 mesi dalla richiesta sta ancora aspettando la conclusione dell’istruttoria per un finanziamento da 25mila euro[1] ;
- Piano Colao: 102 idee per rilanciare l’Italia
Al termine di un lungo lavoro di studio e ricerca, il Piano Colao, con uno stuolo di oltre 400 esperti nominati dallo Stesso Governo, ha elaborato un progetto per rilanciare il sistema Paese dove si dice che, oltre il 50% delle imprese non ha riaperto per difficoltà di vario genere (calo di fatturato, assenza di liquidità) e dipendenti a casa.
Al primo posto del citato progetto e con procedura di urgenza, ha chiesto di introdurre uno scudo penale per i datori di lavoro per gli incidenti da Covid-19.
Anche in questo caso, il Governo G. & G. ha disatteso la richiesta;
- Meccanismo europeo di stabilità (MES)
Da più parti – finanche dall’opposizione dell’ex Cavaliere di Forza Italia – viene chiesto al Governo di accettare questo aiuto da parte dell’Unione Europea, con l’unico vincolo di destinarle a spese dirette ed indirette nel settore sanitario.
Stiamo parlando di 36 miliardi di euro, utilizzabili subito, fondamentali per restituire dignità ad un settore sanitario al collasso e risparmiare circa 500 milioni di euro all’anno per un decennio.
Anche in questo caso i nostri statisti al potere hanno declinato;
- Rammendo delle periferie e Piano casa
Stiamo parlando del più bel progetto da quando è nata la Repubblica, nato nel 2015 da una brillante intuizione del neo Senatore a vita Renzo Piano, architetto genovese di fama mondiale.
Il progetto prevede, con uno stanziamento di 2,5 miliardi all’anno per il prossimo mezzo secolo, un intervento massiccio nelle grandi periferie delle nostre metropoli (Roma, Milano, Napoli, Palermo solo per fare un esempio), per affrontare le ragioni di fondo del degrado e disagio sociale (pensiamo alle Baby gang, al mostro edilizio in piedi da 50 anni che si chiama “Vele di Scampia” di Napoli che, grazie a questo piano ha già subito un abbattimento di oltre il 50%). Nello stesso tempo, con il Piano casa, si è pensato di introdurre una nuova cultura delle costruzioni, rendendole antisismiche oltre che mettere in sicurezza l’intero patrimonio edilizio nazionale.
Questa necessità è resa ancora più evidente dal fatto che da noi, con eventi sismici di magnitudo 4/5, le case crollano mentre in altri Paesi a livello europeo tale soglia deve superare il 7° grado.
In pratica, pur spendendo il triplo per i soccorsi e quant’altro, siamo meno sicuri degli altri.
Ebbene, sapete cosa è successo?
E’ successo, nell’ignavia di tutti che nella finanziaria 2019 – Governo giallo-verde di Conte 1, questo progetto è stato definanziato!
- Vicenda Aspi-Atlantia
Dopo il crollo del ponte Morandi di Genova dell’estate del 2018, il Governo ha iniziato a minacciare la “revoca della concessione” ad Autostrade per l’Italia.
Dopo un tentennamento durato un paio di anni, in luogo della revoca unilaterale – senza un giudizio di condanna della magistratura per indagini ancora in corso – si è giunti alla conclusione di “nazionalizzare la concessione” per la gestione della rete autostradale, facendo entrare la Cassa Depositi e Prestiti (azienda pubblica controllata dal Mef per il 100%).
E’ di questi giorni lo stallo della trattativa perché la stessa CDP, chiede una “manleva sulle responsabilità amministrative”, per eventuali indennizzi che dovessero essere decisi verso le famiglie dei 43 morti provocati dal crollo del ponte.
A fronte di questo, ricordo l’atteggiamento dello stesso Governo quando, a proposito dell’Ilva di Taranto, decise di rimuovere la manleva sulle responsabilità conseguenti al mancato risanamento ambientale degli anni precedenti il contratto con la società franco indiana.
Cito questi due esempi, apparentemente distanti, solo per dire con quanta disinvoltura viene esercitata l’azione di Governo dal duo G. & G.
Conclusioni
Allora, se quanto detto appare ragionevole, c’è ancora qualcuno che ritiene che il nostro Governo stia lavorando bene nell’interesse del sistema Paese?
I dubbi e le perplessità che ho evidenziato, sono legittimi?
Il Premier Conte, per risolvere i problemi che ho solo sommariamente accennato, dovrebbe prendere le distanze dalla principale forza della maggioranza di Governo con circa il 34% dei voti in Parlamento?
Il Premier Conte, per non dare l’idea che vive d’inerzia, passivamente, facendo l’equilibrista e senza mai assumere iniziative per scontentare qualcuno, dovrebbe dimostrare di voler decidere nell’interesse del sistema Paese?
Ne riparliamo con l’inizio del prossimo anno!
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[1] https://www.giovannifalcone.it/bpm-quando-le-parole-non-servono/