Antiriciclaggio: Proviamo a parlarne, raccontando fatti!
In uno degli ultimi elaborati dall’Unità d’informazione finanziaria della Banca d’Italia in materia di lotta al riciclaggio emerge un dato prevedibile, direi fisiologico: le segnalazioni di operazioni sospette evidenziano l’evasione fiscale come il principale alert.
In un Paese dove si parla continuamente di evasione fiscale, di caccia all’evasore, di carcere per gli evasori non poteva che essere cosi quando, ancora di più, tutti ci poniamo almeno mentalmente, alla caccia dell’evasore fiscale.
In pratica, mi permetto di dire che, se spicchi l’evasione fiscale nella incidenza delle Sos è un dato abbastanza fisiologico laddove, i soggetti obbligati e per questi in primis intermediari finanziari e professionisti – ritengono di dover contrastare l’evasione fiscale e non il riciclaggio da evasione fiscale (sostituendosi impropriamente all’Agenzia delle entrate o alla Guardia di finanza).
Oggi succede, comunemente che, se un imprenditore con 10 milioni di fatturato, ha la sventura di versare 50/100 mila euro di risorse extracontabili sul conto personale nell’arco di un anno, in denaro contante, da intendersi, ragionevolmente “vendite di beni o servizi” senza fattura (nero aziendale), viene segnalato all’UIF senza pietà e senza ritegno.
Ovviamente, trattasi di Segnalazioni di operazioni sospette senza seguito e senza storia che vengono puntualmente archiviate in forza del potere discrezionale dell’Ufficio centrale di vigilanza – https://www.giovannifalcone.it/uif-la-discrezionalita-di-archiviazione-di-sos-inutili-quando-non-dannose/.
E questo dipende, se mi posso permettere, dalla superficiale e spesso approssimativa conoscenza delle norme penali e tributarie, peraltro mai chiarite nei tanti convegni, incontri formativi e quant’altro cui assistiamo giornalmente.
Un altro elemento di non poco conto che subentra in questa tipologia di risultati è il terrore sanzionatorio esistente, spesso lunare e surreale.
Solo a titolo di esempio, mi scuso per quanti conoscono l’argomento avendone parlato in tante precedenti occasioni, è il mostro giuridico di cui alla sentenza di Cassazione del 30 ottobre 2017 che ha condannato il Direttore della Banca di Sicilia – Filiale di Bagheria (PA) – di cui vi è ampia traccia nell’articolo che segue quando, venne condannato ad una sanzione amministrativa di 500mila euro: https://www.giovannifalcone.it/lantiriciclaggio-come-si-condanna-un-innocente/
Ancora di più e meglio è stata la pronuncia n.11986 del 29 marzo 2021 della Corte di Cassazione con la quale è stato ribadito che senza il superamento di una ben definita soglia di rilevanza penale, non c’é reato presupposto al riciclaggio e quindi, non ci può essere “collaborazione attiva” in termini si segnalazioni di operazioni sospette – https://www.giovannifalcone.it/reati-tributari-e-lotta-al-riciclaggio-senza-il-superamento-della-soglia-rilievo-penale-irrilevante/
La stessa Unità d’Informazione Finanziaria, in occasione del rapporto annuale 2020 e 2021, nell’evidenziare le tante anomalie e disfunzioni nella pratica operativa dei soggetti obbligati – in primis banche e professionisti – ha elencato una serie di criticità, alcune delle quali hanno una stretta connessione con i temi fiscali e tributari – https://www.giovannifalcone.it/uif-trend-delle-negativita/
Insomma, per dirla alla napoletana, “ammuina” a cielo aperto!
Mi fermo qua per carità di patria!