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Evasione fiscale, scatta l’allarme. Nuovi controlli in arrivo

Evasione fiscale, scatta l’allarme. Nuovi controlli in arrivo

Nadia Pascale

Fonte: Money.it

20 Aprile 2024 – 09:58

Pugno duro contro l’evasione fiscale, il Governo nel decreto Accertamento prevede l’uso dell’intelligenza artificiale per determinare il rischio fiscale e prevenire frodi ed evasione fiscale.

Vita difficile per gli evasori fiscali, ci sono nuovi controlli in arrivo che prevedono l’uso dell’intelligenza artificiale al fine di prevenire l’evasione e stimolare l’adempimento spontaneo.

Il contrasto all’evasione fiscale riprende quota e ora le misure previste dal legislatore sembrano essere di particolare spessore al punto che si parla di un vero allarme. A dettare le nuove modalità è il decreto “Accertamento” (decreto legislativo 13 del 12 febbraio 2024) che, all’articolo 2, disciplina l’uso dell’intelligenza artificiale al fine di effettuare analisi del rischio evasione e prevenirla.

Accertamenti fiscali per individuare il rischio di evasione e frode

L’articolo 2 del decreto prevede che al fine di contrastare l’evasione, la frode fiscale e favorire l’adempimento spontaneo, è possibile sfruttare l’interconnessione tra informazioni presenti nelle banche dati pubbliche al fine non semplicemente di individuare una vera e propria evasione, ma di determinare il rischio, la probabilità che dietro ad alcune voci si possa nascondere l’evasione stessa.

Il testo parla di determinazione del

rischio fiscale: il rischio di operare, colposamente o dolosamente, in violazione di norme di natura tributaria, ovvero in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario.

Specifica il testo del decreto legislativo che dall’analisi dei dati deve derivare una selezione, cioè identificazione e tipizzazione di una condotta, portata avanti da un solo soggetto o da più soggetti, idonea a concretizzare un rischio fiscale.

Il risultato delle analisi effettuate può portare ad eseguire controlli preventivi. L’applicativo utilizzato per l’interconnessione dei dati si chiama Tax Net Va e consente di selezionare schemi sospetti e fraudolenti.

Le attività di controllo saranno concentrate in modo prevalente sulla mancata emissione di scontrini e fatture.

L’Agenzia delle Entrate mira a implementare le banche dati disponibili e l’interconnessione delle stesse. L’uso di tecnologie avanzate, tra cui l’intelligenza artificiale, che consentono un’analisi avanzata rendono più facile individuare il rischio di evasione. Questo dovrebbe essere da stimolo anche all’adempimento spontaneo.
Il principale ostacolo da superare è il rispetto della privacy e quindi di tutta la normativa inerente la protezione dei dati personali.

Contrasto all’evasione fiscale, potenziato lo scambio di informazioni europeo e internazionale

L’articolo 3 dello stesso decreto potenzia la collaborazione tra l’amministrazione finanziaria, le autorità competenti degli Stati membri dell’Unione europea e delle giurisdizioni terze con le quali è in vigore un trattato che prevede lo scambio di informazioni utili al corretto accertamento delle imposte di qualsiasi tipo. Lo scambio può avere ad oggetto imposte riscosse da o per conto dell’Amministrazione finanziaria e delle ripartizioni territoriali, comprese le autorità locali.

L’unico limite previsto alla trasmissione di tali informazioni riguarda la necessità di tutelare il segreto commerciale, industriale o professionale. Non è però considerato violazione del segreto d’ufficio lo scambio di informazioni per il corretto accertamento delle imposte sul reddito e sul patrimonio, nonché dell’imposta sul valore aggiunto e delle altre imposte indirette.

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1 commento

  1. Aumentano i controlli: E i risultati?
    Con questo allarme del Ministero – addirittura oggi che esiste l’IA – si pensa di spaventare qualcuno mentre nella realtà si spaventano solo i passeri.
    Si fa “ammuina” di napoletana memoria.
    Quando si dice “aumentano i controlli”, bisogna regionare e sapere dove andare a cercare. Vi voglio fare un esempio, raccontandovi una grande esperienza di servizio avuta a Bari, verso la fine degli anni ’90, quando facevo parte della Guardia di finanza e comandavo la locale Compagnia territoriale. Appena arrivato, inviai una lettera all’Ente fiera del Levante, chiedendo di acquisire l’elenco degli espositori, comprensivo di tutti i riferimenti fiscali.
    Ricevetti subito una telefonata da un responsabile amministrativo o dall’amministratore della Fiera che adesso non ricordo bene, il quale mi manifestava le sue perplessità e mi chiedeva subito: Mi dice su chi sta indagando, in tanti anni è la prima volta che ci arriva una richiesta del genere e con tutta onestà, non capisco a cosa le serve avere un elenco di migliaia di soggetti ai quali, peraltro, abbiamo regolarmente fatturato “la vendita dello stend”.
    Spiegai che si trattava di una esigenza statistica per aggiornare gli archivi del Reparto. Non so quanto lo avessi convinto ma dopo una settimana mi giunse l’elenco di 1.200 operatori economici che, venuti da tutto il mondo, esponevano alla Fiera del Levante.
    Tutti avevano ricevuto una regolare fattura per l’acquisto dello stend – locale a dimensione ed a costo variabile fra i due ed i cinque milioni di lire.
    Fui colpito subito da una evidente anomalia: Un centinaio di espositori – circa il 10% – per avere il documento fiscale, in luogo della Partita Iva, avevano dati il “codice fiscale”.
    Interrogando subito dopo gli archivi dell’Anagrafe tributaria, scoprii che questo 10% non aveva mai chiesto od avuto una Partita Iva: Evasori totali.
    In pratica, senza sforzo, individuai oltre cento soggetti privi di Partita Iva. Dopo aver selezionato la competenza territoriale per ognuno di essi, scrissi ai rispettivi Reparti del Corpo inviando i diversi nominati “Per competenza territoriale e diretto riscontro” per quanto di rispettiva competenza.

    Morale: Oggi le fiere vengono controllate allo stesso modo? Personalmente ho qualche dubbio!

    Il metodo più intelligente per contrastare quest’annoso fenomeno è quello di separare in modo netto (cosa che nessuno ha fatto o che intende fare) il privato consumaatore con una sola fonte di reddito (lavoratore dipendente o pensionato) dal titolare di Partita Iva (professionista legale o contabile ed esercente attività d’impresa, soprattutto quando trattasi di Ditte individuali.
    Questa distinzione deve registrre in banca due situazioni: Il conto personale da una parte e il conto aziendale dall’altra.
    Attualmente, esiste una commistione senza pari: Una vergogna vergognosa!

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