domenica, Maggio 5, 2024
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Tutela del risparmio: Una Golden power istituzionale!

Tutela del risparmio: Una Golden power istituzionale!

Dopo l’esperienza vissuta per lo scandalo riguardante la compravendita di diamanti all’interno e per il tramite del circuito bancario nazionale, in cui sono risultati coinvolti i nostri più importanti e qualificati istituti di credito nazionali che vanno da Banca Intesa a Banca Popolare di Milano, da UniCredit a Monte Paschi di Siena, bisogna introdurre qualche accorgimento in grado di tutelare in modo effettivo la vita del risparmiatore.

Ho parlato della vicenda più volte – https://www.giovannifalcone.it/?s=diamanti – ma se l’esperienza vissuta deve avere un senso, dobbiamo migliorare la prevenzione, con lo scopo ultimo di offrire una tutela efficiente ed adeguata al risparmio con l’intento di dare attuazione al contenuto del dettato Costituzionale, dove all’articolo 47 testualmente si predica: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme….”.

Nella vicenda di cui parliamo, già l’Antitrust, nel descrivere l’intero percorso del malaffare, dal modus operandi seguito all’entità del danno economico e della truffa del risparmiatore in gran parte proveniente dalla linea Retail, si è fatta sentire con pesanti sanzioni amministrative verso le diverse banche coinvolte.

Questa pronuncia dell’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni (AGCOM), ha svolto un ruolo di apripista nel far emergere la truffa perpetrata in danno dei risparmiatori, la tecnica adulatoria ed ingannatrice messa in atto dalle banche verso la propria clientela, nelle more della pronuncia del Tribunale di Milano chiamato ad esprimersi sui risvolti e sulle responsabilità penali dei diversi soggetti – persone fisiche e giuridiche – a vario titolo coinvolti – https://www.giovannifalcone.it/truffa-autoriciclaggio-diamanti-pericolosi/

Per restare al tema in discorso, se si fosse voluto proteggere il settore del risparmio, bastava veramente poco per sventare la truffa organizzata con modalità abbastanza banali.

Sarebbe bastato infatti, da parte dell’Organo centrale di vigilanza, peraltro più volte chiamato in causa ed invitato ad intervenire, a suggerire se non addirittura disporre una “perizia estimativa” dei diamanti offerti al risparmiatore in forza dell’investimento proposto dalle diverse banche. Con tale stima preliminare, sarebbe subito emersa la truffa, laddove i preziosi, venivano considerati così preziosi da essere venduti al triplo del loro valore.

A scandalo scoppiato poi, oltre a tutta l’opera di risarcimento quasi interamente conclusa e disposta con successo dall’Autorità per le Garanzie intervenuta, abbiamo anche appreso che gli Organi di vigilanza istituzionali come la Banca d’Italia, tanto per essere chiari, che avrebbe dovuto …incoraggiare e tutelare il risparmio in tutte le sue forme … non è competente e non ha alcuna competenza nella vicenda di cui stiamo parlando.

Questa proverbiale ed inedita posizione, è stata pronunciata direttamente dal Governatore dell’Istituto centrale di vigilanza nazionale Ignazio VISCO https://www.giovannifalcone.it/antiriciclaggio-parla-bankit-2/e ribadita nelle aule Parlamentari innanzi alla Commissione d’inchiesta – https://www.giovannifalcone.it/60692-2/ .

Insomma, a scandalo scoppiato, come spesso accade nel nostro Paese, un fuggi fuggi generale, un “si salvi chi può”, una condotta all’italiana maniera e l’attesa sentenza del Tribunale di Milano potrà fornire, spero, qualche elemento di chiarezza sulla intera vicenda per comprendere meglio cosa non ha funzionato.

Si tratta di aspettare ancora qualche mese e, ancora una volta, sarà la vituperata Autorità giudiziaria a dipanare una matassa ingarbugliata dove fin dal primo momento, si è capito poco, quasi nulla se non il ruolo del risparmiatore, ancora una volta posto come l’ultimo anello della catena, quello debole, quello senza difese.

Interessante, almeno in termini generali, l’iniziativa assunta dalla stessa Banca d’Italia, con l’avviato e recente programma di educazione finanziaria a cui si è dato il nome di “Prenditi cura del tuo futuro” https://www.giovannifalcone.it/educazione-finanziaria-prenditi-cura-del-tuo-futuro/

In pratica, a voler sintetizzare, con questa iniziativa, rivolgendoci al risparmiatore poco avveduto, poco informato diciamo pure un po’ fesso o quanto meno troppo ingenuo per avere titolo ad entrare in una banca, sia pure invitato apposta per conoscere i “preziosi investimenti” offerti, si è voluto dire: se, tu o i tuoi figli, non volete in futuro cadere nella stessa trappola, studiate, documentatevi, seguite il Corso apposito di educazione finanziaria, prendetevi cura del vostro futuro perché se non lo fate voi direttamente non lo fa nessuno.

Insomma, l’uomo avvisato è mezzo salvato.

Proposta operativa

Ho preso spunto dalla vicenda di cronaca giudiziaria per cercare di dire, nella speranza di riuscire ad esprimere un concetto tanto difficile quanto elementare che riguarda la difesa ad oltranza, interessando la parte debole in una trattativa complessa, riguarda tutti noi, la nostra comunità e la stessa convivenza civile.

Se in una guerra insensata come quella che stiamo vivendo dove la parte debole è il Paese aggredito, cioè l’Ucraina, quando si entra in una banca, peraltro invitato appositamente, la parte debole è certamente il risparmiatore che investe i suoi soldi, il suo futuro, spesso la sua stessa vita.

Oggi più che in passato si cerca di scappare dagli investimenti “obbligazionari” perché spesso – oggi è il caso della Russia, dell’Iran o di altri pochi Paesi sovrani – in cui operando delle sanzioni economiche e finanziarie imposte dalla Comunità internazionale, inibendo spesso il pagamento delle “cedole”, quali dividendi degli investimenti fatti.

E allora, per restare nel concreto, cosa possiamo fare per evitare in futuro accadimenti dei questa fatta?

Ho pensato alla necessità di un “Visto di conformità ovvero una sorta di asseverazione” fatta dal nostro Organismo centrale di vigilanza, ogni qual volta un comune risparmiatore fa un investimento.

In pratica, io l’ho chiamata quasi in modo provocatorio, anche visto quello che è successo e per evitare che in futuro qualche Organo istituzionale possa dire che non c’ero e se c’ero dormivo o, ancora peggio, nella migliore delle ipotesi non è di mia competenza, esprimersi in via preliminare, con il compito di valutare la correttezza della iniziativa commerciale – posto che uno vende e l’altro compra nel rispettivo ruolo di “banca & cliente”.

Insomma, introduciamo una sorta di “Golden power” istituzionale per proteggere gli investimenti della clientela, annotando questa presa d’atto, anche nella Mifid che lo stesso cliente sarò tenuto a prendere visione.

In tal caso, non basterà dire che la Banca d’Italia ha preso visione dell’iniziativa ma bisognerà dire invece che l’Istituto centrale di vigilanza, al termine di tutte le verifiche del caso, ha autorizzato l’iniziativa con provvedimento n……………del…………………., pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n……del…… .

Se così sarà, basta dormire e ognuno si assuma le sue responsabilità!

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